Giorgia Meloni condannata a morte per «alto tradimento». Un colpo solo con un fucile di precisione da una finestra del Colonna Palace Hotel di fronte Montecitorio. Un piano studiato nei minimi dettagli dai 12 terroristi della Werwolf Division arrestati, i «lupi mannari». Neonazisti che difendono Hamas e strizzano l'occhio ai «rifondaroli» in piazza per la Palestina. Non sanno che nel loro canale Telegram si sono infiltrati da tempo gli uomini migliori della Digos di Napoli e Bologna, coordinati dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione. Gli agenti sotto copertura partecipano ai dibattiti, simpatizzano con gli ideali che si rifanno a Hitler e agli intellettuali francesi del 900. E, soprattutto, registrano ogni movimento dei nazisti di casa nostra.
«C'è un albergo davanti il Parlamento, da lì puoi sparare un colpo dall'alto» dice un arrestato, Salvatore Nicotra, al leader degli uomini lupo, Daniele Trevisani. «Trovami un cecchino e attueremo il tuo piano». Il reato del presidente del Consiglio è quello di aver abbandonato, secondo i nazi, gli ideali della destra, di aver abbracciato la causa di Israele contro i terroristi di Hamas, di aver rinnegato, salita al potere, l'ideologia fascista e l'antisemitismo. «Li hanno fatti vivere come bestie - commentano i fratelli Trevisani, Daniele e Federico - Non possono neanche salire sull'autobus. Dimmi se è bello definire Hamas terroristi come Hezbollah». Non si fermano nemmeno quando la polizia effettua le prime perquisizioni il 15 maggio 2023. Anzi.
Il progetto di uccidere Giorgia Meloni è la loro ossessione. Il camerata Avlas, ovvero Salvatore Nicotra, viene incaricato di addestrare il gruppo di fuoco per compiere l'attentato. Ma è in un messaggio del 23 maggio fra lui e Daniele Trevisani che si delinea con chiarezza l'intento di assassinare il presidente del Consiglio dei Ministri utilizzando guerriglieri addestrati a distanza. A chiedere di preparare all'azione un gruppo ristretto di 5 cecchini pronti a tutto è il camerata Lux, ovvero Daniele Trevisani, assieme al fratello e ad Andrea Ziosi, «Javier», il 10 giugno. In riconoscenza a Nicotra viene regalato, durante un raduno nazifascista a Bologna, un gladio con una svastica incisa.
Fra i camerati, però, le cose non vanno sempre bene. Fortunatamente. Lo stesso Nicotra viene accusato dalla Division di intrattenere rapporti con degli ebrei. Tanto da epurarlo dal gruppo pur confermando il compito affidatogli. Ovvero preparare 11 tiratori scelti, 5 più 6 di riserva, pronti a fare fuoco sulla premier davanti il Parlamento. Un anno di preparativi, pedinamenti e sopralluoghi nella capitale, monitoraggio di orari e abitudini della premier. «A volte si muove a piedi da quelle parti. Basterebbe essere sul posto con una pistola e un minimo di mira. Per i traditori è sufficiente un colpo in testa» scrive «Cesco Reggio», Luca Porta, sul canale Werwolf Division Discussioni. Le armi ci sono. Tutte acquistate dai rivenditori di «giochini» che si trovano nel dark web. Dall'analisi dei tabulati la polizia è certa che il perno dell'azione eversiva sia proprio Nicotra, tutt'altro che relegato al ruolo di istruttore. Nicotra è l'ideatore dell'attentato e su di lui si concentrano le indagini.
Nelle chat della Divisione Nuova Alba vengono chiariti i dettagli dei due attentati, quello a Klaus Schwab, presidente esecutivo del Forum Economico Mondiale, e a Giorgia Meloni. «Ho un piano. Ci vogliono 11 guerriglieri per far partire la guerra civile» scrive Nicotra.
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