Cecilia, addio senza odio. "Non date a quei bimbi tutta la responsabilità"

I funerali della signora travolta in via Saponaro. Duecento persone, parole di umanità dei figli

Cecilia, addio senza odio. "Non date a quei bimbi tutta la responsabilità"
00:00 00:00

Il copricassa della bara color noce chiaro di Cecilia De Astis è un tripudio di gerbere rosse e rose bianche e gialle sgargianti che ne raccontano la forza e la gioia di vivere anche nelle difficoltà di un'esistenza non facile e densa di sacrifici. Nella chiesa di San Barnaba al Gratosoglio, estrema periferia sud della città, circa duecento persone che la conoscevano anche solo di vista, seppur provate dall'afa, ieri pomeriggio hanno partecipato commosse alla cerimonia funebre per la 71enne investita e uccisa lunedì mattina nel quartiere dove abitava da oltre 40 anni da un'auto rubata a bordo della quale si trovavano quattro ragazzini rom tra gli 11 e i 13 anni. Davanti allo sventolio incessante di ventagli e opuscoli, l'omelia di don Davide Bertocchi - fondata sulle letture e sul Magnificat della Madonna in dolce attesa che incontra la cugina Elisabetta incinta di Giovanni il Battista e in realtà previste dalla liturgia per oggi, 15 agosto e festa dell'Assunta - ha voluto mettere quindi subito le cose in chiaro: "Anche se in lacrime, con i figli di Cecilia, Filippo e Gaetano, abbiamo deciso di rimanere solo sull'amore che lei ha dato ai suoi figli, al marito Arcangelo e a tutta la sua famiglia e sulla sua passione per la vita. Contro il male inspiegabile l'unica risposta sono l'incontro e la comunione". Il vicario parrocchiale ha poi aggiunto: "Il male e la morte sono gli unici nemici. Nessuna persona è da considerare nemica. Questo è il più grande insegnamento di Gesù. Anche se queste persone sono imprigionate dal male. Tanto meno bambini ai quali è stata negata l'infanzia e per i quali possiamo solo pregare e sperare che finalmente trovino qualcuno che sappia insegnare loro l'amore che vince il male".

Più legate all'accaduto in sé, poco prima dell'inizio della messa, sono state le parole dei figli della signora Cecilia, Filippo e Gaetano Di Terlizzi, saliti sul pulpito insieme a Maria, la sorella a cui la morta era legatissima e anche lei residente nel quartiere, e all'altra sorella, Lina. "Cerchiamo di fare qualcosa come Paese, dobbiamo prevenire questi eventi traumatici. Non è una morte casuale e poteva benissimo essere evitata - ha dichiarato Filippo -. Ci vuole maggiore controllo del territorio. Bisogna che tutti noi siamo messi nelle condizioni di poter vivere serenamente e senza avere la paura di fare una passeggiata o una piccola commissione per le strade di tutti i quartieri. Questi bambini non hanno neanche 14 anni. Non possiamo mettere sulle loro spalle tutte la responsabilità del gesto".

Più duro il fratello Gaetano. "A 12 anni un minimo di coscienza la devi avere. Devi sapere cosa è male e cosa è bene ha affermato . Posso capire che sono bambini, va bene, però dietro ai bambini c'è sempre una famiglia".

Denso di dolore il commento delle sorelle: "La tua morte, sorella maggiore, è il fallimento di una società, di un sistema di cui sei stata vittima" ha detto in lacrime Lina De Astis.

Al termine della messa, fuori dalla chiesa e prima che la salma venisse trasportata al cimitero di Lambrate dove verrà cremata, è intervenuto anche don Paolo Steffano, responsabile al Gratosoglio della comunità pastorale "La Visitazione" e che in questi giorni aveva parlato a lungo dei ragazzini rom che girano nel quartiere, adiacente a quel che resta del più grande insediamento nomade rimasto a Milano, quello di Chiesa Rossa, che conta 75 famiglie: "C'è indignazione, ma non rabbia. Quella non serve, come non servono le parole". E, citando Fabrizio De André, ha aggiunto: "Servono fatti concreti, persone con il fuoco dentro che si mettono in gioco per la comunità". Alle esequie c'era anche Silvia Bindella, figlia di Teresa "Terry" Meneghetti, uccisa a 82 anni il 14 maggio nel suo appartamento di via Verro, nel quartiere Vigentino, da un 15enne figlio di una ex vicina di casa. Bindella ieri ha abbracciato i figli di Cecilia De Astis.

"Sono qui per esprimere la mia solidarietà, come me i Di Terlizzi hanno perso la madre per mano di un minore che, senza scrupoli e senza dignità, ha annullato le vite di persone per bene. L'età dell'imputabilità deve assolutamente scendere dai 14 ai 12 anni" ha concluso la donna.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica