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Lorenzo Fontana eletto alla Camera: "L'Italia non deve omologarsi"

Il leghista è stato eletto con 222 voti. Opposizioni in ordine sparso: il Pd sceglie Guerra; il M5S vira su Cafiero de Raho; Azione e Italia Viva indicano Richetti

Lorenzo Fontana eletto alla Camera: "L'Italia non deve omologarsi"

La quarta votazione si è confermata decisiva: Lorenzo Fontana è stato eletto presidente della Camera con 222 preferenze. Il centrodestra ha votato il vicesegretario della Lega come terza carica della Repubblica. Invece le opposizioni sono andate in ordine sparso sul nome di bandiera: Partito democratico, Verdi-Sinistra italiana e +Europa hanno votato Maria Cecilia Guerra; il Movimento 5 Stelle ha sostenuto Cafiero de Raho; Azione e Italia Viva hanno indicato Matteo Richetti. Sono state 6 le schede bianche e 11 quelle nulle.

Il voto alla Camera

L'elezione di Fontana è stata accolta con un lungo applauso da parte dei deputati del centrodestra: maggioranza tutta in piedi a battere le mani. Invece gli esponenti di Pd e M5S sono rimasti seduti e non hanno applaudito il nuovo presidente della Camera. Matteo Salvini si è subito congratulato con Fontana e ha preso le sue difese: "Essere cattolico non è un disvalore. Fontana è per l'Italia, non pro Putin". Gli ha fatto eco Giorgia Meloni: "Buona la prima anche alla Camera. Sono molto molto contenta che stiamo procedendo spediti come avevamo promesso agli italiani. Faccio i miei auguri al presidente Fontana".

A inizio seduta alcuni deputati del Pd hanno esposto un grande striscione di protesta contro Lorenzo Fontana: "No a un presidente omofobo pro Putin". Il presidente provvisorio Ettore Rosato ne ha chiesto la rimozione ai commessi. Gli assistenti parlamentari, intervenuti prontamente, hanno messo da parte lo striscione.

Il discorso di Fontana

Fontana nel suo discorso di insediamento ha citato il capo dello Stato Sergio Mattarella e Papa Francesco. Ha ringraziato i deputati e ha rivolto un appello ben preciso: "Servirà una rinnovata attenzione sulla qualità delle leggi che saremo chiamati a elaborare. Il Parlamento non deve cedere all'omologazione, che è uno strumento dei totalitarismi". Il suo auspicio è che la XIX legislatura possa "riaffermare la centralità del Parlamento".

Inoltre ha voluto puntare l'attenzione sul ruolo delle autonomie che ritiene essere assolutamente decisivo: "Il pluralismo delle istituzioni e nelle istituzioni rafforza la democrazia e la società. Dalle risposte che daremo dipenderà la qualità della democrazia. Serve portare avanti grande collaborazione".

Le mosse dell'opposizione

Gli occhi erano puntati su possibili assist dall'opposizione alla luce del giallo di ieri: una 20ina di esponenti di forze politiche esterne al centrodestra ha votato Ignazio La Russa, contribuendo così a far raggiungere immediatamente il quorum di 104 preferenze. Da qui il Partito democratico ha subito iniziato a valutare la possibilità di indicare un nome di bandiera, proprio per evitare di spaccare il gruppo e far sospettare i dem come franchi tiratori dell'opposizione a vantaggio del centrodestra.

Non mancano voci molto critiche degli avversari sul conto di Lorenzo Fontana. Laura Boldrini, deputata del Pd, ha denunciato che il leghista "si è distinto per le sue idee contro i diritti civili delle donne" e lo ha descritto come "una figura putiniana".

Fonti del Nazareno ci vanno giù pesante e la bollano come "la scelta più provocatoria possibile e discutibile anche per le sue ambigue relazioni con Putin".

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