Il centrodestra alla prova: "quota sette" per la vittoria

Gli alleati fissano il numero di città da conquistare In Forza Italia l'ipotesi di una cabina di regia in rosa

Il centrodestra alla prova: "quota sette" per la vittoria

Il centrodestra è la nostra casa, è il mantra che viene ripetuto dalle parti di Forza Italia. Non c'è dubbio, però, che nel clima di tensione di queste settimane il test delle Amministrative acquisisce un valore particolare per misurare lo stato di salute di una coalizione unita sulla carta e a livello locale, ma divisa in Parlamento.

Al voto vanno 20 comuni capoluogo: in 13 di questi l'amministrazione uscente è di centrosinistra. È chiaro che se il centrodestra riuscirà a conquistarne un buon numero, si parla di 7, il test sarà superato. Inevitabile, in base ai sondaggi e alla luna di miele governativa che la Lega possa allungare su Forza Italia, ma il partito azzurro dovrà dimostrare di poter tenere e di poter contare su una buona base elettorale da cui ripartire, qualunque siano gli sviluppi dello scenario politico dei prossimi mesi. Brescia, Vicenza, Pisa, Catania, Treviso, Terni, Barletta sono alcuni dei comuni in cui si misurerà la coalizione (solo in alcune città del Sud i due partiti si presentano con candidati diversi). Ed è chiaro che sono in ballo comuni dal forte valore simbolico come Siena e Pisa la cui conquista avrebbe una risonanza storica.

Berlusconi in questa fase non pensa affatto a recidere il legame con la Lega. È chiaro che sa bene che all'orizzonte si profila una traversata del deserto e bisognerà attendere per misurare gli umori degli elettori azzurri, una parte dei quali è attratta dall'alternativa della Lega di governo. Le previsioni che circolano alla vigilia delle elezioni amministrative dalle parti di Arcore indicano una crescita della Lega e una contrazione del consenso per i Cinquestelle.

Naturalmente la questione della riorganizzazione del partito è al centro della discussione interna. Non è stato ancora deciso come procedere. Si potrebbe percorrere l'idea dei tre coordinatori (uno al nord, Toti, uno al centro, Tajani, e uno al sud, Carfagna) oppure di un coordinatore unico (Carfagna) e due vicepresidenti (Toti e Tajani). Un'altra possibilità è quella di costituire una cabina di regia tutta al femminile, quindi con Mariastella Gelmini, Anna Maria Bernini, Licia Ronzulli e Mara Carfagna. Oppure una segreteria allargata che affianchi Berlusconi composta da una decina di persone. Secondo l'Agenzia Giornalistica Italia Berlusconi non chiuderebbe la porta neppure a un'assemblea costituente o a un congresso che magari a ottobre possa nominare un segretario. È chiaro, però, che questo lavoro dovrà essere calibrato sulle elezioni europee del prossimo anno e sulle regionali piemontesi, vero termometro per capire la volontà della Lega di confermare la propria appartenenza al centrodestra oppure sposare la Nouvelle Vague dell'alleanza gialloverde anche a livello regionale, assicurandosi una vittoria pressoché sicura, seppure in coabitazione nella regione attualmente guidata da Sergio Chiamparino. Una riflessione andrà fatta anche sulla proposta Toti di creare una seconda gamba del centrodestra, unendo Forza Italia, Fdi, i movimenti di centro e le liste civiche.

Nei prossimi giorni tornerà d'attualità il nodo delle Commissioni.

Il Pd chiede il Copasir (qualcuno azzarda il nome di Matteo Renzi, più probabile che sia Luca Lotti), ma anche Fratelli d'Italia è in corsa, mentre la Vigilanza Rai dovrebbe andare a Forza Italia, con Maurizio Gasparri o Paolo Romani.

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