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"Che colpa ne ho...". L'ultimo affondo di Renzi al Pd

Matteo Renzi non si tira indietro e verga un altro attacco velenoso al suo ex partito e agli ex alleati tramite la sua newsletter settimanale

"Che colpa ne ho...". L'ultimo affondo di Renzi al Pd

Nell'ultima newsletter periodica che Matteo Renzi invia agli iscritti al suo sito, il leader di Italia viva non ha potuto non fare riferimento ai numerosi eventi che hanno segnato la vita politica, e non solo, dell'ultima settimana. Matteo Renzi ha messo il focus principale su due accadimenti di particolare rilievo: l'assoluzione dei suoi genitori e l'assegnazione delle ultime poltrone disponibili nei Palazzi.

In entrambi i casi, il leader di Italia viva ha puntato il dito contro i suoi ex alleati, con i quali si troverà ora a fare opposizione in parlamento. Sottolineando che solo dall'opposizione sono arrivate parole di vicinanza nei confronti suoi e dei suoi genitori, Matteo Renzi ci ha tenuto a far sapere pubblicamente che "neppure oggi gente che ha condiviso con me tante battaglie avverte il bisogno di fare un comunicato stampa o anche un semplice sms". C'è grande amarezza nelle parole dell'ex premier contro la sinistra, parole che suggellano definitivamente una spaccatura che, secondo Renzi, è anche figlia dell'invidia.

E non usa mezzi termini per sottolinearlo, quando affronta il tema delle assegnazioni dei posti residui nelle istituzioni, che sono stati spartiti tra M5s e Pd, senza lasciare nulla al Terzo polo. Un comportamento che Matteo Renzi ha denunciato nei giorni scorsi con un lungo post accusatorio e che nella newsletter definisce come "uno scandalo istituzionale e un errore politico", figlio di una "ingordigia che è pari alla miopia".

Tutto questo, appunto, nascerebbe dall'invidia secondo Matteo Renzi, ma non solo: "Nell’ultimo mese sono stato invitato a Tokyo, Zurigo, Cipro, New York. Non è colpa mia se c’è chi nel mondo ritiene interessante ascoltare anche la mia voce. E per me è prezioso imparare dalle altre esperienze. Ma ho l’impressione che quando i miei avversari mi criticano per i viaggi all’estero non sia solo per invidia".

Oltre a questo, infatti, l'ex premier spiega che "loro non si arrabbiano perché vado all’estero: loro si arrabbiano perché poi torno.

E quando torno faccio politica, diversamente da chi fa tutti i giorni solo attacchi personali".

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