"Chi fa queste polemiche vive al di fuori della realtà, la gente perbene è con noi"

Il leader Coisp Domenico Pianese: "Gli agenti salvano vite, gli indagati hanno difeso cittadini inermi"

"Chi fa queste polemiche vive al di fuori della realtà, la gente perbene è con noi"
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"Il taser è uno strumento indispensabile che si è rivelato estremamente efficace sia per difendere i cittadini, sia per tutelare gli appartenenti alle forze dell'ordine". È tranchant il giudizio di Domenico Pianese (nella foto), segretario generale del sindacato Coisp, nel pieno del dibattito sulle pistole elettriche dopo le tragedie registrate a Olbia e Genova.

Si torna a discutere sull'utilizzo dei taser.

"La sperimentazione è iniziata nel 2018. È stata estremamente approfondita sia dal punto di vista tecnico-operativo, sia dal punto di vista sanitario. L'utilizzo del taser nella sua fase sperimentale è stato sottoposto anche all'Istituto Superiore di Sanità per verificare se fosse in linea con gli standard di tutela della vita umana. Ci sono stati migliaia di interventi su tutto il territorio nazionale e solo grazie alla pistola elettrica sono stati evitati centinaia di feriti sia tra i soggetti fermati sia tra gli agenti. Il taser è stato individuato come dispositivo che si pone al centro tra lo scontro corpo a corpo e l'uso delle armi da fuoco. Ma non solo: molto spesso viene utilizzato come potere di deterrenza".

Quindi è una garanzia sia per gli agenti, sia per chi viene fermato?

"Il tema centrale è quello della tutela della vita sia della persona in stato di alterazione che deve essere condotta al controllo delle forze di polizia, sia degli appartenenti alle forze dell'ordine, che ogni giorno si confrontano con tante difficoltà".

Eppure c'è chi ne propone l'abolizione per motivi di sicurezza.

"Ma è esattamente il contrario. Senza il taser sia la persona da ricondurre al controllo delle forze di polizia sia gli agenti sarebbero maggiormente esposti a lesioni e a interventi sicuramente più invadenti".

Ora gli agenti coinvolti rischiano di finire a processo. Qual è la vostra posizione?

"La nostra posizione è estremamente chiara: prima di procedere all'iscrizione nel registro degli indagati chiediamo che ci debbano essere dei profili di colpevolezza. Il famoso atto dovuto nei nostri confronti si riverbera in modo negativo. Rischiamo di essere indagati ogni giorno, per ogni attività che svolgiamo. Non vogliamo nessuna impunità, anzi vogliamo pagare per gli errori che facciamo. Ma ci devono essere almeno degli indizi di colpevolezza".

Ulteriori responsabilità sulle spalle degli agenti?

"Ma se uno di questi due soggetti avesse aggredito, accoltellato o ucciso un inerme passante di cosa staremmo parlando? Gli agenti sono intervenuti a seguito di una richiesta di aiuto dei cittadini. Poi se vogliono che restiamo all'interno delle caserme Se ogni volta che facciamo il nostro dovere rischiamo di andare a processo è un problema. I quattro agenti hanno difeso i cittadini che avevano chiesto aiuto e ora rischiano di finire alla sbarra".

Le polemiche non mancano. Che idea si è fatto?

"Il tema della sicurezza non è né di destra né di sinistra. Solo in Italia viene utilizzata come una clava nei confronti della maggioranza di turno. Tutti devono battersi per avere forze di polizie più efficaci, più tutelate e più difese.

Immaginare che ci sia una forza politica che chiede l'abolizione di strumenti che sono a tutela delle forze di polizia fa veramente rabbrividire. In questo modo non rappresentano degnamente neanche chi li ha votati: i cittadini per bene sia di sinistra che di destra sono con gli agenti. Chi fa polemica su queste cose è al di fuori della realtà".

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