Chi rompe, paga (non in Italia)

Un paio di giorni fa, nella 17ma tappa del Tour de France a Valence un uomo è piombato in bici sul traguardo prima del gruppo sfuggendo ai controlli

Chi rompe, paga (non in Italia)
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È una sensazione quella che sottotraccia, ma neanche tanto, si è diffusa nel nostro Paese. E cioè che a chi manifesta tutto sia permesso: imbrattare, sfasciare, bloccare strade, treni, danneggiare auto posteggiate o beni altrui. Non va così altrove. Un paio di giorni fa, nella 17ma tappa del Tour de France a Valence un uomo è piombato in bici sul traguardo prima del gruppo sfuggendo ai controlli. Probabilmente una goliardata che però ha pagato a caro prezzo. Due agenti della Gendarmerie lo hanno "abbattuto" senza troppi complimenti, scaraventandolo a terra per poi trascinarlo sull'asfalto, semisvenuto, verso le transenne. Soccorso è stato poi fermato, ammanettato, e in 24 ore giudicato per direttissima dove ha rimediato una condanna a ben 8 mesi di carcere, con sospensione condizionale della pena. Gli è stato anche vietato l'accesso a qualsiasi impianto sportivo per cinque anni e dovrà pagare 500 euro di danni all'agente di polizia che lo ha scaraventato a terra prima di cadere a sua volta. Insomma non l'ha passata proprio liscia. In Francia funziona così. Sarebbe interessante capire come sarebbe andata se ciò che è successo a Valence fosse successo da noi. E torna in mente ciò che poco più di un mese fa è capitato a Napoli durante una tappa del Giro d'Italia quando un manifestante aveva teso un tubo sul traguardo finale proprio mentre stavano arrivando a settanta all'ora i corridori in piena volata. Solo per fortuna non era successo nulla. In teoria un tentato omicidio, in pratica, visto come è andata, assolutamente no perché contro l'attivista è stato emesso solo un Daspo che dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) tenerlo lontano dalle manifestazioni sportive per due anni. La differenza tra Valence e Napoli non è nell'entità delle condanne ma nell'atteggiamento, nella cultura diffusa di "benevolenza" verso i manifestanti e di "pregiudizio" nei riguardi delle Forze dell'Ordine.

Nel caso del Tour de France se i nostri poliziotti avessero agito con la stessa decisione dei colleghi francesi sarebbero stati messi in croce da buona parte dell'opinione pubblica se non addirittura indagati. Ai francesi hanno dato un risarcimento di 500 euro. C'est la vie...

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