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"Chi è senza green pass non potrà votare per il Colle"

Il questore della Camera avverte: "Chi si presenta senza green pass non può entrare alla Camera". Ecco le nuove regole della partita per il Quirinale

"Chi è senza green pass non potrà votare il presidente della Repubblica"

Inevitabilmente il contesto della pandemia influirà sull'organizzazione della partita per il Quirinale. Il quadro epidemiologico peggiora con il passare dei giorni e, visto il costante aumento delle positività, si stanno prendendo in esame diverse novità da adottare in occasione dell'elezione del prossimo presidente della Repubblica. Al di là della possibilità del voto a distanza che in molti chiedono di garantire per chi dovesse contagiarsi, il green pass sarà necessario per prendere parte alle operazioni di voto.

Green pass obbligatorio

A fare chiarezza in merito è stato Francesco D'Uva, questore della Camera, che all'Adnkronos ha spiegato le condizioni per accedere regolarmente in Aula per esprimere la propria preferenza per il capo dello Stato: "Per accedere alla Camera sarà obbligatorio indossare la mascherina Ffp2 e sarà necessario esibire il green pass, cosa che tra l'altro è già necessaria da ottobre così come in tutti i luoghi di lavoro".

Insomma, chi non sarà munito del certificato verde base (che si può ottenere anche con un tampone dall'esito negativo) rischia di non poter prendere parte alle attività delle Commissioni né a quelle in Aula. Di fatto sarà escluso. "La disciplina prevede che se un deputato si presenta senza green pass, non può entrare alla Camera", ha rimarcato D'Uva.

Le nuove regole

La riunione del Parlamento in seduta comune è stata fissata per lunedì 24 gennaio, quando inizierà ufficialmente la partita per il Colle. Parallelamente ai contagi crescono anche i timori delle forze politiche e degli addetti ai lavori, che stanno valutando tutte le possibili misure da mettere in atto per garantire un voto in sicurezza.

Alcune decisioni saranno inevitabili: ci sarà una sola votazione al giorno e l'ingresso in Aula sarà contingentato secondo slot di orari prestabiliti e sarà scaglionato in base all'ordine di lettera di chiama. Una logica per evitare quanto più possibile le situazioni di assembramenti. Il questore della Camera ha spiegato che in tal modo verrà garantita "la sanificazione quotidiana degli ambienti e di tutto ciò che risulta necessario per garantire l'ordinario espletamento delle procedure di votazione".

Ovviamente l'andamento della curva epidemiologica dei prossimi giorni potrebbe portare a prendere in seria considerazione un'ulteriore stretta, un'altra batteria di nuove norme per tutelare i grandi elettori. Il che però sarà oggetto di un approfondimento nei prossimi giorni, alla luce degli ultimi dati: come riferito dall'Adnkronos, agli inizi della prossima settimana i sei parlamentari-questori potrebbero incontrarsi informalmente per fare di nuovo il punto della situazione.

Voto rinviato?

Nelle ultime ore sta circolando l'ipotesi di far slittare di qualche giorno il voto per l'elezione del presidente della Repubblica, sempre per un discorso legato ai contagi. Una soluzione che al momento non è all'ordine del giorno e a cui il questore D'Uva spera di non dover ricorrere: "Continuiamo a mantenere alta l'attenzione e a mettere in atto tutta la prudenza e la serietà che ci hanno permesso, fino ad oggi, di evitare che la Camera dei deputati si trasformasse in un cluster".

"No al voto a distanza"

Nel frattempo c'è chi continua a chiedere l'opzione del voto a distanza, da garantire a quei grandi elettori che dovessero risultare positivi al Coronavirus. D'Uva però in merito è stato chiaro e non si è detto ottimisa per una soluzione di questo tipo: "La Giunta del regolamento ha escluso, in questi due anni, il ricorso al voto a distanza per le votazioni ordinarie.

A maggior ragione mi sembra una strada difficilmente percorribile per l'elezione del presidente della Repubblica che vede il Parlamento riunito in seduta comune con la presenza anche dei grandi elettori".

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