Chi si sfila nell'opposizione. Da Bettini alla Bonino i sostenitori della riforma

Oltre a Di Pietro, molti esponenti extra maggioranza sono favorevoli alle novità previste dalla legge Nordio

Chi si sfila nell'opposizione. Da Bettini alla Bonino i sostenitori della riforma
00:00 00:00

Mentre il Pd e il M5s annunciano battaglia in vista del referendum sulla separazione delle carriere, a sinistra non mancano le defezioni. Tra Goffredo Bettini ed Emma Bonino - senza contare Antonio Di Pietro - non sono certo di seconda fila gli esponenti progressisti che sosterranno la riforma della giustizia voluta dal centrodestra. Movimenti che preoccupano il Nazareno, impegnato a far sì che la competizione referendaria diventi un test sul governo guidato da Giorgia Meloni. Prese di posizione che scardinano la trama dello scontro muscolare con la maggioranza. Il sì più rumoroso, e inaspettato, porta la firma di Di Pietro: pm di Mani Pulite, ariete dell'antiberlusconismo della Seconda Repubblica, già ministro con il centrosinistra. L'ultimo endorsement si registra ieri, in un'intervista a La Stampa. "Nel 1989 avrei votato sì e resto di quell'idea, nonostante il tempo e il cattivo comportamento di alcuni partiti politici", dice. E il riferimento è a Forza Italia, che "su questa riforma ha voluto mettere il cappello". Insomma, secondo "il vecchio Di Pietro", "Berlusconi non ci azzecca niente con questa riforma". Resta, però, il sì al testo voluto dal centrodestra. "Nel momento in cui la Costituzione stabilisce che le parti, accusa e difesa, in una situazione di parità, si devono presentare davanti a un giudice terzo, è inammissibile pensare che una delle parti sia fratello del terzo", spiega. Sì anche al sorteggio del Csm, perché "chi va a rappresentare un organismo così importante come la magistratura dev'essere il più indipendente possibile. E non appartenere a questa o quella corrente in uno scambio di favori alla palamaresca maniera". Appoggio al sì, quindi, ma solo "in nome e per conto di Antonio Di Pietro". "E diffido chiunque a mettere il cappello sopra la mia decisione", è la precisazione dell'ex Pm.

Se Di Pietro è ormai fuori dalla contesa politica, lo stesso discorso non vale, ad esempio, per Goffredo Bettini, ancora ascoltato dirigente del Pd. Già a giugno, in una lettera pubblicata sul Foglio, Bettini parlava della separazione delle carriere come di "un tema aperto e controverso", che però può "rappresentare un passo avanti, persino doveroso, nella direzione di una maggiore terzietà del giudice". Posizione ribadita, a fine settembre, in un intervento al Congresso delle Camere Penali. Vincenzo De Luca, che sarà decisivo per il risultato del campo largo in Campania, stigmatizza il "ritardo del centrosinistra, che ha governato per anni senza fare nulla sulla giustizia", poi dice che la "riforma non risolve nulla". Ma il 7 ottobre scorso annunciava: "Probabile il mio sì al referendum". Granitico il sì di Emma Bonino, che ha fatto sapere: "La separazione delle carriere è sempre stata una battaglia mia e di Marco Pannella. Voterò e voterò sì alla riforma". Tra gli ex radicali è a favore anche il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova. Sostegno alla riforma annunciato dall'associazione Libertà Eguale, dem di ispirazione liberal, con Enrico Morando, Giorgio Tonini, Claudia Mancina, Stefano Ceccanti. Quest'ultimo, costituzionalista ed ex deputato del Pd, ha detto: "Da 25 anni promuoviamo l'idea, ispirata all'ex ministro Giuliano Vassalli, che il nuovo codice comporti la separazione tra chi accusa e chi giudica. Quindi il nostro sì non è affatto inaspettato". Un'altra ex parlamentare del Pd, Anna Paola Concia, è tra i fondatori del Comitato per il Sì. Per la separazione Chicco Testa, già in Parlamento per Pci e Pds. Partiti di cui è stato storico dirigente Claudio Petruccioli.

"La separazione delle carriere è una riforma di sinistra. Al referendum voterò sì. Il Pd vuole usare il referendum per far cadere Meloni, un risultato che con la separazione delle carriere non c'entra un accidente", ha spiegato Petruccioli in un'intervista al Foglio.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica