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"Pericolo per la salute mentale e fisica". Lo studio che annienta i fan della canna libera

La sinistra cerca a tutti i costi di arrivare alla liberalizzazione della cannabis entro il 2023 ma un documento del governo inchioda i sostenitori

"Pericolo per la salute mentale e fisica". Lo studio che annienta i fan della canna libera

Le dichiarazioni di Mattia Santori, che ha candidamente ammesso di consumare e coltivare cannabis in casa per uso personale, si inseriscono nel più ampio quadro delle manovre della sinistra per legalizzare la coltivazione delle piante di marijuana. La proposta di legge arriverà in parlamento nelle prossime settimane ma il centrodestra compatto, sia quello di governo che quello di opposizione, ha già posto il veto dichiarandosi fortemente contrario al disegno per la legalizzazione delle coltivazioni domestiche. È una battaglia ideologica ed elettorale della sinistra, che come tale va considerata, che stride con la linea del governo di Mario Draghi.

Il Pd, il partito che dichiara di schierarsi senza se e senza ma con il presidente del Consiglio, sta portando avanti una battaglia che si scontra con quanto dichiarato in un approfondimento a cura del dipartimento per le Politiche antidroga ospitato sul sito del governo, realizzato in collaborazione con il ministero della Salute e il ministero per le Politiche agricole e forestali. Il fascicolo consta di ben 180 pagine, è a cura di Giovanni Serpelloni, ed è disponibile al download qui.

Nella presentazione, l'autore si sofferma per "ricordare i principali effetti negativi e i danni che la cannabis provoca sull'essere umano, oltre ad alcuni aspetti importanti necessari a comprendere come le proposte di legalizzazione non trovino razionale scientifico né dal punto di vista scientifico, né da quello della programmazione sanitaria". Questo soprattutto perché, come si legge nel documento, "gli studi scientifici più accreditati hanno dimostrato da anni che la cannabis è una sostanza psicoattiva, neurotossica e pericolosa per la salute mentale e fisica propria ed altrui".

I rischi più grandi li corrono i giovanissimi che si avvicinano alla cannabis in età adolescenziale, ossia "nel momento in cui il cervello si trova nella delicata fase di sviluppo e maturazione celebrale che termina dopo i 21 anni". L'elenco dei danni che possono derivare dall'utilizzo della cannabis è piuttosto lungo e pare che il documento venga completamente ignorato dai promotori e sostenitori della legalizzazione, che è evidente sia solo a fini elettorali.

"Chi si schiera per la droga libera è responsabile della perdita di migliaia di giovani e non. La sinistra si assume la gravissima responsabilità di contraddire quanto si legge sul sito ufficiale del governo Draghi di cui fa parte, mettendo in crisi la maggioranza. Così fa il male delle future generazioni e dell'Italia", ha dichiarato Matteo Salvini commentando il documento. In una nota della Lega viene fatto notare che, come si spiega bene nel manuale, "il consumo di cannabis è responsabile dell'aumento del rischio di evolvere verso l'uso di eroina e cocaina (oltre il 90% delle persone tossicodipendenti da eroina hanno iniziato con la cannabis); aumento del rischio di morte per incidenti stradali di 8.2 volte (95% CI 6,3-10,5)".

E ancora, tra i rischi che vengono annoverati nel documento presente sul sito ufficiale del governo ci sono anche "aumento del rischio di morte per suicidio di 5,3 volte (95% CI 3,3-7,9); aumento del rischio di morte per omicidio/violenza: 3,8 (95% CI 1,5-7,9); aumento del rischio di morte per cause naturali 2,8 (95% CI 2,0-3,7)".

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