La giornata di ieri ha rappresentato una vera e propria svolta nella lotta al Covid-19: dopo oltre due anni di pandemia l'Italia si appresta a uscire dall'emergenza e ad abbandonare gradualmente le ultime restrizioni rimaste. Un'occasione di ripartenza in cui però non sono mancate alcune beghe politiche all'interno del governo: nonostante il decreto sia stato approvato all'unanimità, nel corso del Consiglio dei ministri sono emersi alcuni distinguo di base. Che hanno portato poi ad alimentare la polemica anche una volta terminato il Cdm.
L'ira di Garavaglia
Il via libera alla road map non è stata indolore per la Lega, che ha dovuto ingoiare più di qualche rospo perché tutto sommato il provvedimento va "nella giusta direzione" e "qualcosa di buono c'è". Ma a tuonare dopo la riunione di governo è stato il leghista Massimo Garavaglia, che ha annunciato l'intenzione di scrivere al ministro Roberto Speranza per chiedergli "ufficialmente di coprire, con il budget del suo ministero, gli emendamenti al decreto destinati agli indennizzi per le categorie dei ristoratori danneggiati".
Il ministro del Turismo non è riuscito a ottenere in Cdm la rimozione dell'obbligo di green pass nei ristoranti al chiuso a partire dal 15 aprile, in modo da tutelare il settore in vista delle vacanze di Pasqua e del ponte del 25 aprile. Un danno che quantifica in almeno 500 milioni di euro. "Le regole costano. Se hanno poco senso, costano ancora di più. Io stasera sono a Parigi, la gente è senza mascherina, si cena senza obblighi nei ristoranti. Logicamente i turisti scelgono in base a questo e non prenotano in Italia", ha fatto notare Garavaglia.
Comunque la Lega è riuscita a portare a casa un risultato: dal primo aprile i turisti stranieri in Italia potranno entrare nei ristoranti anche con green pass base. Un distinguo rispetto agli italiani per incentivare il turismo, ovvero uno dei settori più colpiti dalla pandemia. Un altro importante traguardo riguarda lo stop alla distinzione tra vaccinati e non vaccinati: dal primo aprile andranno in didattica a distanza solo gli studenti positivi e non più anche i contatti stretti che non avevano ricevuto la dose anti-Covid.
Il gelo di Draghi e Speranza
La dura presa di posizione di Garavaglia non è stata presa affatto bene da alcuni esponenti del governo. Il premier Mario Draghi, intervenuto in conferenza stampa, ha fatto filtrare un certo gelo: il presidente del Consiglio si è detto "molto curioso" da come il ministro del Turismo quantifichi i 500 milioni di danni al turismo. Draghi comunque ha ribadito la disponibilità ad anticipare provvedimenti e a prenderne altri particolari, "ma sempre guardando la curva epidemiologica".
Non si è fatta attendere la replica anche del ministro Roberto Speranza, secondo cui è del tutto "inopportuno mettere in contraddizione la ripartenza economica con la sicurezza sanitaria".
Il titolare della Salute ha difeso senza indugio le misure anti-Coronavirus come il green pass e l'obbligo vaccinale, senza i quali "non avremmo avuto quei dati di sviluppo". Speranza dunque non ritiene ci sia stato un contrasto tra la sicurezza sanitaria e la ripartenza del Paese, "ma che l'una sia la premessa dell'altra".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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