Chiedono nuove norme ma la legge c'è già. Il problema? Farla rispettare con i controlli

In vigore il Testo unico del 2008: ma nel 2024 già il 19% in più di vittime sul lavoro

Chiedono nuove norme ma la legge c'è già. Il problema? Farla rispettare con i controlli
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Con l'incidente alla centrale idroelettrica di Suviana torna alla ribalta un tema di cui ciclicamente si discute nel dibattito pubblico: la sicurezza sul lavoro. Ogni volta che accade un incidente come quello che ha investito la centrale idroelettrica nell'Appennino bolognese, si sottolinea necessità di nuove regole e leggi per evitare che simili tragedie si ripetano. In realtà quello di Bargi è solo l'ultimo di una lunga serie di incidenti mortali sul lavoro: solo nei primi due mesi del 2024, secondo l'Inail, ci sono già stati 119 morti, il 19% in più dello scorso anno.

Eppure in Italia esiste una normativa stringente sul tema e spesso il problema non è l'assenza di leggi quanto la loro mancata applicazione. La sicurezza sul lavoro è infatti regolamentata da una serie di disposizioni mirate a garantire la salvaguardia dei lavoratori durante la loro attività ed è disciplinata dal Decreto Legislativo 81 del 9 aprile 2008 noto comunemente come il «Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro».

Si tratta di un documento, entrato in vigore il 15 maggio 2008, che si compone di ben 306 articoli e 51 allegati e regolamenta le norme comportamentali in materia di sicurezza sul lavoro con l'obiettivo di stabilire regole, procedure e misure preventive per garantire luoghi di lavoro sicuri riducendo al minimo l'esposizione dei lavoratori a rischi e infortuni.

Il Testo Unico è stato integrato con il Decreto Legislativo n. 106 del 3 agosto 2009 subendo nel corso degli anni una serie di modifiche per rafforzare le tutela ma già nel codice civile, all'articolo 2087, si ribadisce l'obbligo del datore di lavoro di adottare misure necessarie a tutelare l'integrità fisica e morale dei lavoratori tenendo conto delle specificità del lavoro, dell'esperienza e della tecnica.

Nonostante le numerose leggi è evidente che più di qualcosa non funziona tanto nell'applicazione quanto nei controlli e in parte anche nella normativa e, non a caso, in queste ore la politica si sta muovendo per avanzare proposte sul tema. Il presidente del Cnel Renato Brunetta ha annunciato che verrà proposto un Ddl sicurezza in assemblea il prossimo autunno: «di fronte all'ennesima tragedia sul lavoro, il Cnel intende esercitare l'iniziativa legislativa per proporre un ddl su sicurezza e salute sul lavoro».

Secondo Chiara Gribaudo, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia: «bisogna necessariamente cambiare un modello di sviluppo che ti costringe a lavorare, in situazioni di rischio, ad età avanzate. C'è poi la questione della sicurezza. Non dobbiamo stancarci di ripeterlo: servono investimenti. Non dev'essere mai vista come una spesa, ma come una necessità». Parole a cui fa eco il vicepremier Antonio Tajani lanciando una proposta: «Si potrebbero dare degli incentivi fiscali per chi rafforza in maniera di alto livello la sicurezza sul lavoro, con qualcosa di aggiuntivo rispetto a ciò che è previsto dalla legge».

Intanto per domani i sindacati Cgil e Uil

hanno annunciato uno sciopero e un grande corteo a Bologna per dire «Basta morti sul lavoro», l'importante è che un tema così importante non sia strumentalizzato politicamente unendo nella ricerca di soluzioni condivise.

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