Choc per la satira di Charlie sul sisma

Le vittime disegnate come sugo per lasagne. L'Ambasciata di Francia si dissocia

Giuseppe Marino

Erano tutti Charlie, ora lo sono un po' meno. L'Italia reagisce così alla macabra stoccata satirica del giornale già preso di mira dai terroristi islamici. La pubblicazione di una vignetta cinica sul terremoto ha zittito in un attimo buona parte del coro retorico che si era levato in difesa dei redattori trucidati dai jihadisti il 7 gennaio 2015.

A scatenare polemiche, e non solo in Italia, è il disegno comparso sull'ultimo numero con il titolo «Sisma all'italiana». Compaiono tre raffigurazioni dalla scena del terremoto, ciascuna accompagnata da una frase: il terremotato insanguinato è «penne al pomodoro», il terremotato pesto e impolverato è «penne gratinate» e le macerie a strati da cui spuntano arti umani «lasagne». Il giornale accompagna una vignetta con una battuta: «Ancora non si sa se il sisma abbia gridato Allah akbar prima di tremare». Per chi conosce lo stile di Charlie Hebdo non c'è niente di diverso dal solito: luoghi comuni, humor discutibile, provocazioni senza rete. Almeno la vignetta ha svelare chi, all'epoca della strage islamica, sinceramente difendeva la libertà di espressione a prescindere dal contenuto, e chi invece pone questo o quel limite o semplicemente la ritiene vera finché non è rivolta contro di sé. In Rete c'è perfino chi arriva a rimpiangere che gli islamici non abbiano finito il lavoro.

Il mondo politico italiano almeno non arriva a tanto, anche se la condanna della vignetta è praticamente unanime. Da Giorgia Meloni («È solo brutta, si vede che l'ha fatta un cretino»), a Renato Schifani («intollerabile e vergognosa»), passando per Roberto Calderoli che abbraccia il motto che si va diffondendo su Twitter e che ribalta quello coniato dopo l'eccidio: «IononsonoCharlie». Anche a sinistra c'è riprovazione. Per Vasco Errani, neo commissario per la ricostruzione, «non c'è niente da ridere, le persone colpite vedendo una vignetta del genere avranno ulteriore sofferenza». E per le vittime del sisma parla il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi: «Ma come cazzo si fa a fare una cosa del genere, c'è un limite a tutto».

L'eco è tale che l'ambasciata di Francia

prende le distanze. E in serata Charlie replica con un'altra vignetta a base di luoghi comuni, peraltro simili a quelli circolati su molti media nostrani: «Italiani... non è Charlie che costruisce le vostre case, è la mafia».

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