"Ci sarà un contributo ma solo da banche e grandi aziende. No a nuove imposte"

Il sottosegretario leghista e vice di Salvini: "Dialogo aperto anche sugli extraprofitti"

"Ci sarà un contributo ma solo da banche e grandi aziende. No a nuove imposte"
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Claudio Durigon, vice-segretario della Lega di Matteo Salvini e sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali ne è certo: il governo guidato da Giorgia Meloni non farà pagare la manovra ai cittadini. Una precisazioneche arriva soprattutto dopo le polemiche sollevate da sinistra in seguito ad alcune frasi del ministro Giancarlo Giorgetti a Bloomberg.

Sottosegretario Durigon, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti è stato chiaro: serviranno dei sacrifici da parte di tutti.

«Io credo che il ministro volesse intendere che la sostenibilità del bilancio è determinante anche per questa finanziaria. Alcune frasi estrapolate hanno fatto pensare a tassazioni generali e a sacrifici. Ma quelli non siamo noi. Ricordo invece le dichiarazioni dell'ex ministro Elsa Fornero: in quel caso le frasi riguardavano proprio nuove tasse. Sicuramente noi chiederemo uno sforzo ma con partecipazione alle grandi società. Il provvedimento era già allo studio. Ma niente nuove tassazioni».

Si parla di un intervento che riguardi soprattutto le grandi società beneficiate dalla congiuntura.

«Lo abbiamo detto: c'è uno studio. In questo momento stiamo dialogando per capire come le grandi società possano contribuire. Posso assicurare che non saremo invasivi. E che non ci saranno allarmi, bensì una condivisione sulle azioni che metteremo in campo. Mi sembra che il Mef sia stato molto chiaro: non verranno aumentate le tasse e non verranno introdotte nuove tassazioni. Era stato lo stesso Giorgetti a dire questo qualche giorno fa. Anche perché l'economia sta andando molto bene. Basterebbe citare l'aumento dei posti di lavoro e l'aumento delle retribuzioni, che sono importantissimi. Se dobbiamo contenere alcune spese, lo faremo con chi ha avuto di più».

Ma quale sarà il modo? C'è chi parla di aumento dell'Ires.

«Stiamo dialogando con questi soggetti per decidere e condividere le modalità».

E questo vale per le grandi società. E per le banche invece? Si era parlato anche di tassare gli extraprofitti.

«Stiamo dialogando anche con le banche».

Siete orientati a misure una tantum o a interventi duraturi?

«Anche su questo il discorso non cambia: è in corso un dialogo. Prima di individuare gli elementi che comporranno la manovra, dobbiamo aspettare l'esito di questa dialettica tra le parti. Ritengo sia prematuro asserire che si farà questo o quell'intervento. Molte delle cose che sono uscite sui giornali corrispondo a illazioni giornalistiche».

Si è parlato anche di un aumento delle accise del diesel.

«No, non ci saranno aumenti sulle accise. Anche su questo mi sembra che il Mef sia stato sin troppo chiaro. C'è uno studio sulla rimodulazione ma mi sento di escludere qualsiasi aumento. Noi non siamo la parte politica che tassa i cittadini, anzi. A volte si confonde il lavoro preliminare dei gabinetti con gli interventi che poi compongono la manovra. In corso c'è una strumentalizzazione. Vero è, invece, che serve un' azione di ristoro per le casse dello Stato».

Si dice che nell'ultimo Consiglio dei ministri il ministro dell'Economia Giorgetti abbia messo i ministri dinanzi a una scelta: spending review ministeriale o interventi sulla spesa pubblica.

«Ma guardi che noi ci siamo già attivati, nei vari interventi finanziari, per una revisione della spesa pubblica. È un elemento su cui il governo ha già lavorato. E poi non commento i virgolettati che fuoriescono dal Consiglio dei ministri. Anche perché chi è che li farebbe uscire?».

In sintesi, sarà una manovra che fornirà respiro alle casse dello Stato ma che non prevederà alcun tipo di tasse o di aumento delle tasse per i cittadini italiani.

«Personalmente sono contrario a qualunque aumento delle tasse, e certo anche all'introduzione di nuove. Mi sento di escludere questa strada anche per il governo. Per il resto, utilizzeremo degli strumenti che non sono ancora stati decisi sino in fondo».

Si parla anche di un emendamento alla manovra che potrebbe aumentare il costo delle sigarette di cinque euro. Questo comporterebbe per lo Stato un introito pari a 13.

8 miliardi di euro.

«Prima della manovra? Per esserci un emendamento dev'esserci una manovra. Quindi non commento queste ipotesi. Premesso che io, personalmente, sono contrario a qualunque intervento che penalizzi i cittadini».

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