"Elon ago della bilancia. La Cina è il vero pericolo"

Stroppa, braccio destro di Musk: "L'Europa ha portato al suicidio l'industria. L'Ai? Mi fa paura"

"Elon ago della bilancia. La Cina è il vero pericolo"
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Il nuovo corso degli Incontri al Caffè della Versiliana si è aperto con l'arrivo in Versilia di Andrea Stroppa, enfant prodige in materia cybersicurezza e da qualche anno braccio destro di Musk in Italia.

Salvatore Merlo lo ha definito come "il protagonista silenzioso ma strategico nei rapporti tra tecnologia americana e istituzioni italiane". Lui minimizza, si definisce un "advisor" delle aziende dell'iper-miliardario americano nonché "orgogliosamente un suo amico". Ad accoglierlo sul palco della storica kermesse estiva il direttore del Giornale Alessandro Sallusti. Subito incalzato sul rapporto tra Trump e Musk, Stroppa risponde mettendo in luce due "visioni" differenti: "Situazione complicata. Sono due persone molto carismatiche che hanno due visioni diverse. Il presidente è un politico che necessita di compromessi. Musk è un imprenditore che guida le sue aziende in modo unico e senza compromessi". Quindi la profezia sull'ultima legge di bilancio approvata dall'amministrazione repubblicana, "Big Beautiful Bill", che certifica la spaccatura: "Creerà a lungo termine un problema di debito". Ma ci tiene a fare da pompiere e quindi invita i due sfidanti a "trovare un compromesso", anche se l'imprenditore ieri sera, con un post su "X" ha già annunciato la nascita di un nuovo partito, l'"America Party". "L'idea c'è - ammette qualche ora prima dell'annuncio Stroppa - Un terzo partito negli Stati Uniti diventerebbe l'ago della bilancia" ma ribadisce con tono pacato e diplomatico che "ci sono tutti i margini per ricucire lo strappo". Stroppa, definito dal direttore come "la normalità nell'eccezionalità" per quel suo vivere e spaziare in un mondo "nuovo" e in parte ancora inesplorato, non si sottrae ai tre grandi quesiti su cui ruota l'incontro: il ruolo della Cina, il confronto tra Stati Uniti ed Europa e la rivoluzione dell'intelligenza artificiale.

Sulla Cina, definita da Sallusti "la mamma di tutti i problemi" è netto: "La potenza cinese in questi anni ha agito con basso profilo, ma ha studiato e soprattutto è diventata brava anche a costruire fabbriche. In particolare, nel campo della sicurezza stanno riscrivendo le regole di come si fa una guerra. Esempio? Investendo non più nei caccia ma nei droni. Hanno poi creato la filiera per essere indipendenti nella costruzione di armamenti il pericolo c'è, è concreto e reale". All'espansionismo del dragone c'è un Occidente, Stati Uniti ed Europa che viaggiano su due livelli opposti.

Sugli Usa non ha dubbi: "Indipendentemente dai presidenti l'economia continua crescere e c'è una visione sulla politica industriale". Sull'Europa c'è un attacco che è anche un monito a fare in fretta: "Ha imposto regole che hanno portato al suicidio il comparto industriale. Musk pensa che il problema sia la politica europea. E lo dice perché molti fornitori delle sue aziende sono del nostro continente. Intravede molta burocrazia, lacci, che impediscono di far decollare l'industria".

Sul finale spazio all'intelligenza artificiale: "Insieme alla robotica è l'altro grande tema a livello planetario. L'AI è il futuro prossimo e avrà un impatto su tutto quello che appunto riguarderà il nostro modo di vivere. Ero negli Stati Uniti e visitando i laboratori dell'Ai mi sono reso conto che alcune cose mettono paura anche a me". "Paura?", lo incalza Sallusti: "Sì. Il potenziale creativo è tanto, ma quello distruttivo è altrettanto grande". Le strade secondo il suo consiglio sono due, anzi una: ignorarlo (impossibile) o prepararsi a questo cambiamento sia a livello scolastico sia a livello industriale. Quindi alla fine l'invito al presidente Meloni ad investire nel settore tecnologico-digitale e a non arrendersi "alla politica romana".

Il saluto è un piccolo aneddoto ma anche un richiamo all'urgenza delle sfide: "Elon è una settimana che dorme in terra in ufficio. C'è una corsa invisibile che cambierà il sistema industriale e questo è il momento dove non ci si può fermare". "Dunque", dice Andrea Stroppa, "a chi governa suggerisco di fare presto!".

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