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Open Arms, ultima follia buonista: una città al processo contro Salvini

Il sindaco di Barcellona, Ada Colau, ha annunciato la volontà della sua amministrazione di costituirsi parte civile nel processo sul caso Open Arms: "Salvini ha ostacolato l'impegno umanitario delle navi di ricerca e soccorso"

Open Arms, ultima follia buonista: una città al processo contro Salvini

Evidentemente la battaglia politica intrapresa dal mondo delle Ong non si limita ai confini italiani. Nelle scorse ore da Barcellona è arrivata la notizia che il consiglio comunale del capoluogo catalano si costituirà parte civile nel processo sul caso Open Arms, che vede il segretario della Lega Matteo Salvini accusato di abuso di ufficio e sequestro di persona.

Ad annunciarlo è stato il sindaco di Barcellona, Ada Colau, la quale questa mattina ha tenuto una conferenza stampa proprio nel porto della città spagnola, davanti al molo in cui è attraccata in questi giorni la Open Arms. La nave dell'omonima Ong è tornata in Spagna dopo una prima missione tenuta a inizio anno nel Mediterraneo centrale, al termine della quale ha portato nel nostro Paese 265 migranti sbarcati a Porto Empedocle il 5 gennaio scorso.

Ma oltre che per le missioni nel Mediterraneo, gli attivisti di Open Arms per adesso sono molto interessati ad essere presenti in Sicilia per il processo che è iniziato a Palermo il 9 gennaio. Il caso è quello che ha visto protagonista l'equipaggio di Open Arms nell'agosto del 2019. In quell'occasione l'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini ha negato l'accesso alla nave in Italia. Dopo l'azione della procura di Agrigento però, che ha sequestrato il mezzo e autorizzato lo sbarco a Lampedusa dei migranti a bordo, è stato aperto un fascicolo contro Salvini, passato per competenza al tribunale dei ministri di Palermo.

Dopo il via libera al processo da parte del Senato arrivato a luglio del 2020, nel capoluogo siciliano si è celebrata la prima udienza preliminare, rinviata poi al prossimo 20 marzo. La visita del sindaco Colau alla Open Arms ancorata a Barcellona, si è trasformata nello scenario perfetto per l'annuncio della costituzione del consiglio comunale in parte civile contro Salvini: “Il Comune di Barcellona intende denunciare il modo in cui Salvini ha ostacolato l’impegno umanitario delle navi di ricerca e soccorso marittimo – si legge in una nota del comune spagnolo – e intende chiedere i danni economici e morali poiché in quel momento la municipalità e l’organizzazione non governativa Open Arms avevano un accordo finanziario per sostenere le attività di monitoraggio e salvamento”.

“La città di Barcellona – si legge ancora nella nota – ha scelto di difendere i diritti e la vita delle persone, nonostante questo momento difficile, nonostante la pandemia, non è ammissibile che nel Mediterraneo le persone continuino a morire”. Ada Colau non è nuova a prese di posizione pro Ong e anti Salvini. Nel giugno del 2018, il sindaco di Barcellona ha accusato l'allora ministro italiano di “condannare a morte” i migranti per via della sue politiche.

Della scelta fatta dal consiglio comunale della città spagnola ne ha dato annuncio ovviamente anche la stessa Open Arms: “Il Consiglio Comunale di Barcellona – si legge in un tweet dell'organizzazione – ha deciso di costituirsi parte civile nel processo che si terrà contro l’ex Ministro degli Interni, Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio”.

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