"Col rancore non si fa politica" Berlusconi riapre agli alfaniani

Ipotesi di alleanze con Ncd nelle città del Sud. Poi l'aut aut al leader: «Non si può stare con noi e contemporaneamente con la sinistra»

"Col rancore non si fa politica" Berlusconi riapre agli alfaniani

La Sicilia come laboratorio politico per la riunificazione del centrodestra? Silvio Berlusconi arriva in Sicilia per un doppio appuntamento - una cena di finanziamento a Villa Bordonaro per la quale sono già stati raccolti 75mila euro e la kermesse «Forza, alziamoci» questa mattina al Teatro Politeama - sotto l'attenta regia del commissario siciliano Gianfranco Miccichè e spariglia le carte.

«Sono solo felice - ammette in un'intervista al quotidiano La Sicilia e a Blog Sicilia - «quando si creano le condizioni perché i moderati stiano tutti assieme, come accaduto a Milano». Una prospettiva che non esclude il dialogo anche con Ncd. «Alfano? Nessun risentimento nei suoi confronti perché in politica vince chi non serba rancore. Ncd è un partito costituito da donne e uomini che vengono dal centrodestra, la cui collocazione naturale è con noi. Gli esponenti di Ncd sanno che questa è per loro l'unica strategia ragionevole. Quindi sono ottimista, e so che con i moderati faremo grandi cose. In Sicilia c'è grande voglia di Forza Italia e di centrodestra e quindi dobbiamo unire tutti i moderati e ritornare alla guida della regione. Dipende solo da noi perché, ripeto, la Sicilia non è una regione di sinistra».

A livello nazionale, però, puntualizza in serata Berlusconi al Tg1, Alfano deve scegliere: «Noi siamo da sempre il centro moderato, liberale e popolare: non mi sembra che possa darsi questa definizione a chi con i voti moderati fa da stampella alla sinistra». Insomma il leader di Ncd si decida perché «non si può essere con noi e con la sinistra».Le parole del Cavaliere arrivano sulla scrivania di Alfano nel corso di una conferenza stampa. Il leader Ncd legge, sottolinea alcune frasi con una penna e le mostra a Beatrice Lorenzin. «Sono parole che fanno piacere. Neanche io serbo rancore nei suoi confronti» replica, tornando poi a rivendicare la bontà del suo percorso politico. Più netta la posizione di Renato Schifani che sul Giornale di Sicilia «lancia la proposta di ripartire dalla nostra Regione per dare vita, insieme a Forza Italia, a un laboratorio politico per realizzare un centrodestra moderno, unito e vincente». Un'apertura poco gradita all'azzurra Daniela Santanchè: «Un conto è il rancore, altro è avere memoria di ciò che è successo. I nostri elettori sono stati traditi da Alfano».

La riproposizione del «modello Milano» da parte di Berlusconi arriva peraltro nel giorno in cui Maurizio Lupi chiede a Berlusconi di riunire i moderati allontanandosi dalla «destra lepenista di Salvini e Meloni». Naturalmente nei giorni in cui la ferita della spaccatura romana è ancora fresca è inevitabile leggere questo messaggio anche come mossa anti-Salvini. Ma è chiaro che di fronte a un Pd dilaniato e a un Movimento 5 Stelle che in Sicilia sembra avere il vento in poppa, nell'isola si potrebbero davvero ricreare le condizioni per una ricucitura.

La necessità di una ricomposizione, però, per Berlusconi nasce soprattutto in chiave di politica nazionale. «Le Amministrative saranno la nostra prima sfida a Renzi, poi ci sarà il referendum sul Senato e sarà costretto a dimettersi. Una volta che gli italiani avranno bocciato il suo tentativo di egemonizzare il Paese e Renzi sarà uscito sconfitto dal referendum, il presidente della Repubblica non potrà far altro che sciogliere le Camere. Certo dovremo essere uniti perché uniti si vince, divisi si perde».

A Torino, intanto, si riapre uno spiraglio di dialogo con Lega e Fratelli d'Italia.

Osvaldo Napoli non esclude un passo indietro: «Sono pronto a farlo, ma a condizione che i partiti della coalizione si mettano attorno a un tavolo e sappiano trovare una vera posizione unitaria trovando un candidato che abbia un valore aggiunto in termini di consenso». E il coordinatore regionale di Fi Gilberto Pichetto, sotto traccia, riprende i contatti con i quasi ex alleati per ricercare una soluzione condivisa.

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