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Il colera terrorizza il Kherson, emergenza sanitaria. Il "granaio" in ginocchio, l'Onu: "Impatto enorme"

Acqua contaminata, salute a rischio. "Alimenti, i prezzi saliranno nel mondo"

Il colera terrorizza il Kherson, emergenza sanitaria. Il "granaio" in ginocchio, l'Onu: "Impatto enorme"
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È già emergenza sanitaria, oltre che ecologica e umanitaria a causa della mancanza di acqua potabile, nell'oblast del Kherson, sotto il controllo ucraino, dopo le inondazioni provocate dall'esplosione della diga di Kakhovka. Sono già stati rilevati casi di colera ed escherichia coli, spiega il capo ucraino dell'Ispettorato statale per l'ambiente, Oleg Pavlenko, precisando che l'acqua è contaminata anche da carburanti, fertilizzanti e pesticidi. «Quella dei pozzi, nelle aree inondate, ora può essere usata solo dopo le analisi. Intanto le autorità hanno vietato la pesca e la vendita di pesce».

Il bilancio delle vittime ufficiale, ma ancora del tutto provvisorio e incerto, lo forniscono da una parte gli ucraini, che riferiscono di almeno 10 vittime e 42 dispersi, dall'altra i filorussi, per la zona occupata dalle truppe di Mosca, che riportano 17 morti nell'area. Nel frattempo si contano le altre conseguenze. Il crollo della diga, che secondo gli ucraini è stata fatta saltare dai russi per impedire la controffensiva di Kiev, ha causato danni per oltre 4 miliardi di dollari al sistema di bonifica dell'acqua e ai canali dell'Ucraina. Secondo il ministero dell'Agricoltura ucraino, a meno che l'approvvigionamento idrico non venga ripristinato, l'agricoltura sarà impossibile nel sud del Paese «nel prossimo futuro». Il bacino di Kakhovka era stato la fonte per il 94% dei sistemi di irrigazione nell'oblast di Kherson, il 74% nell'oblast di Zaporizhzhia e il 30% nell'oblast di Dnipropetrovsk e ha fornito l'irrigazione per 584mila ettari di terreno. Il canale principale ha fornito 326.000 ettari e il canale della Crimea settentrionale 39.700 ettari. A Zaporizhzhia, Kherson e Dnipropetrovsk, il serbatoio ha fornito acqua per l'irrigazione di 218.300 ettari.

Conseguenze disastrose che avranno «un impatto enorme sulla sicurezza alimentare globale», con i prezzi «destinati ad aumentare», secondo il responsabile degli aiuti umanitari dell'Onu, Martin Griffiths. La regione allagata è «un granaio, l'intera area che scende verso il Mar Nero, la Crimea, è un granaio, non solo per l'Ucraina ma per il mondo intero». Per le Nazioni Unite, «è quasi inevitabile che si verifichino enormi problemi per il prossimo raccolto». E anche in Crimea, al centro dello scontro territoriale fra russi e ucraini, quattro oblast ucraini avranno problemi con l'approvvigionamento idrico e l'acqua non scorrerà dal bacino di Kakhovka per «almeno un anno».

Ma c'è un altro rischio, per ora limitato ma da non escludere: che l'abbassamento delle acque del Dnipro, a monte della diga, possa causare problemi di raffreddamento alla centrale nucleare di Zaporizhzhia e mettere a rischio il funzionamento dell'impianto più potente d'Europa.

La distruzione della diga «rappresenta una nuova dimensione delle atrocità russe» e «uno degli aspetti più importanti che dobbiamo continuare a monitorare è il potenziale impatto sulla centrale», ha spiegato il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis. Per ora si tira un sospiro di sollievo: «Al momento la situazione è stabile, con il livello dell'acqua nella vasca di raffreddamento ancora costante».

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