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Colle, Salvini apre al Mattarella bis

Settima chiama a vuoto: Forza Italia fa asse con i centristi e rilancia Casini

Colle, Salvini apre al Mattarella bis

Anche la settima votazione, questa mattina si concluderà con un niente di fatto. Coalizioni e partiti, infatti, si portano ancora addosso le tossine del tentato blitz di ieri sera sul nome di Elisabetta Belloni, su cui si è formato un inedito asse tra Matteo Salvini, Giuseppe Conte e Giorgia Meloni. È sulla candidatura quirinalizia del capo del Dis, infatti, che si è consumato uno scontro trasversale agli schieramenti di cui vedremo probabilmente le conseguenze nei mesi che verranno.

Il vertice di maggioranza di questa mattina è infatti slittato perché Conte non si è presentato. "C’erano tutti: Matteo Salvini, Antonio Tajani, Enrico Letta, Roberto Speranza e io. Ma – spiega Matteo Renzi – non abbiamo potuto riunirci perché mancava solo lui". Intanto nel centrodestra si registra un discreto smottamento, perché Silvio Berlusconi ha deciso di intestarsi la trattativa e non lasciare più a Salvini il ruolo di “portavoce” della coalizione. Forza Italia, anzi, inizia a guardare al centro dello schieramento, nel tentativo – forse – di rilanciare la candidatura quirinalizia di Pier Ferdinando Casini. Che due giorni fa sembrava tramontata e che oggi è tornata nuovamente in pista. Non è un caso che in queste ore Casini si aggira in Transatlantico con grande attivismo. Certamente può farsi forza dei voti di Forza Italia, Udc, Noi per l’Italia e Coraggio Italia. Tajani, Lorenzo Cesa, Maurizio Lupi e Giovanni Toti, infatti, stamattina hanno fatto sapere di volersi muovere con “maggiore coordinamento” visto che tutti insieme “valgono ben 180 grani elettori” su 1.009.

Intanto a Montecitorio prosegue la settima chiama. Il centrodestra si astiene, mentre M5s, Pd e Leu sono per la scheda bianca. Occhi puntati, dunque, sui voti che prenderà Mattarella. Che negli scrutini è stato in progressione costante: 16 voti al primo, 39 al secondo, 114 al terzo, 166 al quarto, 46 al quinto (ma il centrosinistra non aveva votato) e 336 al sesto. Se lo stallo dovesse proseguire, infatti, diventerebbe quella del bis la soluzione più plausibile. “Se non ci diamo una mossa – spiega Toti – credo che Mattarella diventerà presidente non a furor di popolo ma a furor di grande elettore”.

E Salvini apre per la prima volta al bis: "Se sono tutti no, vale la pena dire: 'Mattarella ripensaci'".

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