Guerra in Ucraina

Colpo alla flotta di Putin. Kiev fa strage di ufficiali. I jet italiani contro i russi

Uccisi in 34 tra cui Sokolov, comandante in Crimea. Arrivati i tank Usa. Polonia, respinti aerei di Mosca

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Probabilmente non sarà l'attacco decisivo del conflitto ma sicuramente è stato il più potente, efficace, strategico e anche simbolico condotto dalle forze armate ucraine durante questa guerra. Quello di venerdì condotto a Sebastopoli, in Crimea, non è uno dei tanti raid. Il comandante della flotta russa nel Mar Nero, l'ammiraglio Viktor Sokolov, uno dei più importanti ufficiali di Mosca, è stato ucciso e con lui altri 33 ufficiali, 62 le vittime in totale secondo Kiev, mentre altri 105 soldati russi sono rimasti feriti. Ma oltre i numeri, comunque molto significativi, c'è ben altro.

A partire dal fatto che Sokolov non era uno qualsiasi nella nomenkltaura del Cremlino ma l'uomo che coordinava tutte le operazioni nel Mar Nero. Di fatto, in Crimea, la penisola tanto contesa e da tempo nel mirino di Kiev che punta a riprendersela, non si muoveva nulla senza suo ordine. A sessantun'anni aveva ricevuto molte medaglie come vice comandante della Flotta del Nord e direttore dell'Accademia Navale Kuznetsov e considerato il prestigio accumulato, nell'agosto del 2022 è stato chiamato a comandare la flotta del Mar Nero dopo l'affondamento dell'incrociatore Moskva, ammiraglia della Marina russa. Ma i ripetuti attacchi delle ultime settimane e la sua uccisione dimostrano che la Crimea non è più un feudo sicuro per i russi e gli ucraini possono davvero covare ambizioni di riprendersela. La distruzione di alcuni sistemi di difesa anti-aerea e i nuovi armamenti a disposizione di Kiev stanno contribuendo non poco a mettere in subbuglio le forze occupanti. Anche perché, dopo il veto dei primi momenti, sembra ormai acclarato che gli alleati, Stati Uniti in primis, abbiano dato il via libera per attacchi su lungo raggio. Anche se, di fatto, la penisola di Crimea non è considerata territorio russo da Kiev, l'attacco in cui è stato ucciso Sokolov sarebbe stato condotto con missili Storm Shadow anglo-francese, sfruttando, tra l'altro, informazioni di intelligence e immagini satellitari con lo «zampino» della Nato. Segnale tutt'altro che secondario.

Un attacco che certifica un sostanziale ribaltamento tra forze in campo, con Mosca che si è «vendicata» colpendo nella notte il porto di Odessa, uccidendo due persone e distruggendo migliaia di tonnellate di cereali. Ma ora arriveranno in dotazione all'Ucraina anche i primi carri armati Abrams di fabbricazione americana, con qualche mese di anticipo rispetto alle previsioni iniziali, e verranno utilizzate in operazioni mirate e specifiche. «Sono grato ai nostri alleati per aver rispettato gli accordi! Stiamo cercando nuovi contratti e ampliando la geografia delle forniture», ha detto il presidente Volodymyr Zelensky che «accoglie» l'arrivo anche di munizioni a grappolo e difese aeree, mentre resta in attesa dei missili ATACMS che potrebbero arrivare a breve. Resta da sciogliere invece il nodo relativo alla Polonia dopo le polemiche di questi giorni. Varsavia ha annunciato che riprenderà l'invio di armi a Kiev appena si sarà dotata di un nuovo equipaggiamento bellico. Il presidente polacco Andrzej Duda ha spiegato: «Non spendiamo miliardi per dare via tutto subito. Forniremo armi all'Ucraina appena il vecchio equipaggiamento sarà stato sostituito con il nuovo». Mentre è emerso chelo scorso 21 settembre, due F-35 dell'Aeronautica militare italiana in missione in Polonia, si sono alzati in volo per intercettare due velivoli russi penetrati nello spazio aereo Nato e poi scortati fuori dallo stesso spazio aereo.

Intanto, il ministero della Difesa britannico, conferma le difficoltà russe: «Hanno compiuto sforzi per effettuare contrattacchi locali contro l'offensiva delle forze ucraine sia nella direzione di Orichiv che in quella di Bakhmut ma sono stati respinti». Non acaso, secondo l'istituto per lo studio della guerra americano, il presidente russo Vladimir Putin non sarebbe affatto contento e avrebbe concesso al ministro della Difesa Sergei Shoigu fino all'inizio di ottobre per fermare la controffensiva ucraina e riprendere l'iniziativa. Altrimenti, saranno guai per i comandanti.

In aggiunta a quelli portati in dote da Kiev.

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