Love wins. L'amore vince. E l'Isis anche. Love wins è l'hashtag con il quale Obama, due giorni fa, ha celebrato su Twitter la sentenza della Corte Suprema che ha sancito la legalità delle nozze gay in tutti i 52 Stati del Paese. Love wins . E questo hashtag è più di un cancelletto, è un cancello che separa gli americani dagli europei. Perché, nello stesso giorno, purtroppo anche Isis wins. L'Isis vince. Con la sua battaglia di morte e barbarie. La testa decapitata da una parte e le bandiere arcobaleno dall'altra. Mentre l'amministrazione Usa diffondeva immagini della Casa Bianca illuminata dai colori arcobaleno del vessillo omosex, dall'altra parte dello stesso mondo la sabbia tunisina si sporcava di sangue occidentale. L'Occidente sotto attacco nell'indifferenza dell'opinione pubblica - e politica - statunitense. E quel Love wins , in una giornata di odio globale, suona come una presa in giro. Più del muro di Orbàn, sembra esserci un muro invisibile che divide gli Stati Uniti dal resto dell'Occidente e gli impedisce di vedere l'avanzata delle truppe nere del Califfo. Obama si è limitato a «condannare nei termini più duri possibili» gli attentati con un comunicato di cortesia, incisivo come il Napolitano imitato da Crozza. Una presa di posizione blanda, che lascia trasparire tutto il disinteresse che l'amministrazione democratica riserva all'Europa e ai suoi morti. Siamo sotto attacco. Tutti.
Ma Obama preferisce festeggiare i matrimoni gay, come se fossero il primo problema dell'agenda. Come se alle porte non ci fossero tagliagole pronti a sbudellarci. E contro di loro, purtroppo, non basta la promessa jovanottiana che l'amore vince sempre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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