Giustizia, tensione è alle stelle. E FI silura i giallorossi: "Basta"

Gli emendamenti proposti dal centrodestra sono stati respinti dalla maggioranza, scatenando la reazione dei senatori di Forza Italia che partecipavano oggi pomeriggio ai lavori

Giustizia, tensione è alle stelle. E FI silura i giallorossi: "Basta"

La riforma del Consiglio superiore della magistratura (Csm), quelle relative alla giustizia penale e civile, lo scottante tema intercettazioni, la riapertura dei tribunali: questi alcuni dei temi più caldi discussi durante i lavori della Commissione giustizia in Senato, che avevano portato gli animi dei partecipanti a surriscaldarsi fin dalla giornata di ieri ed i rappresentanti del gruppo di Forza Italia addirittura ad abbandonare il tavolo questo pomeriggio.

Le prime frizioni tra maggioranza ed opposizione erano sorte a partire dalla questione della data di riapertura dei tribunali, con Fratelli d'Italia che aveva presentato un emendamento al decreto legge Proroga intercettazioni e sospensioni processuali che si sarebbe dovuto affrontare durante la giornata di oggi, giovedì 11 giugno.

"Ho presentato un emendamento per chiedere la riapertura dei tribunali il prossimo 30 giugno e non più il primo settembre come deciso dal governo.", aveva dichiarato il vicepresidente della Commissione giustizia nonchè senatore di FdI Alberto Balboni.

"È inaccettabile, infatti, che la giustizia italiana continui a rimanere paralizzata e quasi del tutto inaccessibile. Lo stesso Consiglio nazionale forense a più riprese aveva chiesto che fossero assunte tutte le iniziative possibili, affinché anche il comparto della giustizia potesse ripartire concretamente nell’interesse dei diritti dei cittadini.", aveva spiegato Balboni. "E questo anche alla luce del fatto che l’amministrazione della giustizia rappresenta un presidio di democrazia che coinvolge tutti i cittadini, consentendo attraverso il suo esercizio la tutela e il riconoscimento dei propri diritti. Perciò mi auguro che questo emendamento trovi larga condivisione tra le forze politiche e sia approvato", si era augurato in conclusione il senatore. "Sarebbe una vittoria significativa per la Giustizia italiana ma anche per i cittadini, che consentirebbe a tutti un processo giusto, con tempi certi, davanti a un giudice, come prescrive l’articolo 111 della Costituzione, e pubblicamente, come impone l’articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo".

Quest'oggi, tuttavia, la maggioranza si è trincerata dietro le sue posizioni, non prendendo in considerazione gli emendamenti proposti dal centrodestra."Il gruppo di Forza Italia al Senato ha abbandonato i lavori della commissione Giustizia nel pomeriggio di oggi dopo aver registrato la pregiudiziale posizione della maggioranza nel non considerare emendamenti dell'opposizione, anche quando formulati per una migliore tecnica del decreto legge".

Questo ciò che si legge in una nota congiunta firmata dai membri azzurri della Commissione giustizia in senato, vale a dire Fulvia Caligiuri, Franco Dal Mas, Giacomo Caliendo e Fiammetta Modena. "In particolare, vi è stata opposizione a non considerare la necessità di garantire la partecipazione della difesa al procedimento introdotto davanti ad un magistrato e al Tribunale di Sorveglianza.

Così con un emendamento del governo si è addirittura introdotto, contraddittoriamente, la perdita di efficacia del provvedimento del magistrato di sorveglianza di revoca della detenzione domiciliare in via provvisoria ove l'esame del Tribunale di Sorveglianza non intervenga in 30 giorni. In tale situazione riteniamo che sia corretto rappresentare in Aula le ragioni di questi errori", si legge in conclusione nel comunicato.

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