Complottismi, teoremi, gaffe: ora Sempio scarica l'avvocato Lovati

Il legale licenziato dopo l'ennesima polemica. L'ex procuratore Venditti: "Vita rovinata, mai preso un euro"

Complottismi, teoremi, gaffe: ora Sempio scarica l'avvocato Lovati
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Otto anni di difesa, di polemiche, di interviste incontenibili e spesso incomprensibili, finiscono con una pec: il divorzio tra Andrea Sempio, indagato-bis per il delitto di Garlasco, e il suo difensore Massimo Lovati viene comunicato con un messaggio di posta elettronica, che ieri pomeriggio sancisce l'inevitabile. I genitori di Andrea lunedì avevano spiegato di essersi presi "qualche giorno per decidere", in realtà basta una manciata di ore. Lovati è fuori dal collegio difensivo, venerdì dovrebbe conoscersi il nome del nuovo legale che affiancherà Angela Taccia, amica d'infanzia dell'indagato, nella dura battaglia per evitare il processo per l'omicidio di Chiara Poggi che la Procura di Pavia sta apparecchiando, giorno dopo giorno, a carico di Sempio. Nuovo legale, forse nuova linea difensiva, sicuramente nuova strategia mediatica: anche perché nessuno sarà in grado di replicare il coacervo di allusioni e di ricostruzioni fantasiose (compresa la rivelazione in sogno sui veri assassini di Chiara) distribuite da Lovati fin dalla sua prima apparizione accanto a Sempio: 4 febbraio 2017, Sempio è iscritto nel registro degli indagati da appena quaranta giorni ed è già in diretta tv, con accanto Lovati. Che parte a modo suo, accusando gli avvocati di Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara condannato per l'omicidio, di avere "manipolato" il Dna estratto durante le indagini difensive, e da lì un crescendo di denunce e complottismi vari. Con al centro un teorema confuso secondo cui il delitto di Garlasco e l'indagine su Sempio farebbero parte di un unico disegno partorito da entità oscure.

Non è dato sapere quanto Sempio e la sua famiglia si ritrovassero nella narrazione del loro legale. La goccia finale è stata la surreale apparizione del difensore sul canale Youtube di Fabrizio Corona, con dichiarazioni spiegate poi da Lovati medesimo con l'abuso di alcool e gli inganni del "re dei paparazzi". Ma più concretamente a rendere insostenibile la posizione di Lovati era ormai la storia dei quarantamila euro prelevati in contanti dai Sempio a piccole rate, finiti secondo l'accusa al procuratore Mario Venditti, e di cui Lovati si assume invece la paternità insieme ai colleghi del collegio difensivo (che lo smentiscono istantaneamente). Chi ha convinto i Sempio che quei soldi servissero a ottenere da Venditti l'archiviazione dell'accusa, chi ha fatto da tramite con chi aveva o millantava la possibilità di influire sull'indagine? Sono domande cui la Procura di Brescia sta cercando risposte, e che prima o poi anche Lovati potrebbe sentirsi porre. Chiudere il rapporto professionale con i Sempio potrebbe aiutarlo a rispondere con minore imbarazzo. Lo stesso Venditti, ieri durante una dichiarazione spontanea durante l'udienza al Riesame si è difeso: "Ho la vita rovinata, non ho mai preso un euro a parte quelli del mio stipendio", aggiungendo poi: "Rifarei tutto quello che ho fatto. Quello di cui sono accusato è frutto di illazioni, di suggestioni, niente di concreto e di certo".

Quanto muterà, con l'arrivo del nuovo difensore, la linea difensiva di Andrea Sempio? L'anomalia, nella strategia di Lovati, era che non solo rivendicasse l'innocenza del suo assistito ma sostenesse anche quella di Alberto Stasi: la cui colpevolezza, sancita con sentenza definitiva, invece sarebbe sulla carta l'alibi migliore per Sempio.

Mentre Lovati (con alterna chiarezza) dice che anche Stasi è innocente: però sa chi è stato, e da diciott'anni tace perché costretto. Si attende di vedere se il successore di Lovati avrà l'intraprendenza per seguire la traccia segnata dal 73enne collega.

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