
Arriva all'assemblea di Confindustria insieme a Giorgia Meloni, Roberta Metsola. Una missione, quella italiana della presidente del Parlamento europeo, che si svilupperà nell'arco di tre giorni con visite in luoghi simbolici e produttivi del Centro-Nord e che ha un obiettivo preciso: affermare la centralità della manifattura italiana ed europea nel piano di sviluppo del Vecchio Continente.
«Il messaggio che voglio lasciare è uno solo: l'Europa è al vostro fianco, il Parlamento europeo che presiedo è vostro alleato» dice Metsola agli imprenditori. «L'Ue deve essere presente per rendere le cose più facili, dobbiamo essere noi ad abbattere le barriere. Dobbiamo offrire soluzioni, l'Ue non deve diventare essa stessa parte del problema». Una promessa che accompagna con una immagine. Se Giorgia Meloni sceglie il fagiolo - se è più piccolo di un centimetro non è europeo - per rendere visibile e plastico il paradosso di un'Europa prigioniera della sua burocrazia, Metsola sceglie il tappo attaccato al collo delle bottiglie di plastica - i cosiddetti tethered cap - per far capire che l'Unione europea deve essere altro oltre questo.
Le aziende sono in attesa di un segnale su un eventuale accordo sui dazi. La presidente del Parlamento europeo manifesta ottimismo, delineando anche un «Piano B» che consenta all'Europa di non farsi trovare impreparata qualora il negoziato con Washington non andasse a buon fine.
«La filosofia economica globale europea è sempre stata quella di un commercio libero e giusto. Ed questo il pensiero guida che ci deve portare a trovare un accordo con gli Stati Uniti. La nostra posizione è chiara: i dazi sono l'ultima cosa che vogliamo», dice la presidente del Parlamento europeo. «Una guerra tariffaria ha conseguenze negative per le imprese e i consumatori su entrambe le sponde dell'Atlantico. Voglio essere inequivocabile: non esiste alleanza più solida, né sintonia democratica più profonda nella storia del mondo moderno, di quella tra Europa e America. A volte ci troveremo in disaccordo, ma continueremo a costruire insieme, rimanendo sempre amici e alleati. Io sono fiduciosa su un accordo però non dobbiamo essere ingenui». Alla luce dell'instabilità economica è necessario «rafforzare altre relazioni, come con i Paesi africani a noi affini. Abbiamo il Piano Mattei come modello. Lo stesso vale per l'America Latina. Questa è la garanzia di un'Europa più sicura e protetta».
Metsola ricorda la solidarietà per l'Emilia Romagna dopo i terremoti del 2012 e l'alluvione nel 2023. «L'Ue ha mobilitato oltre un miliardo e continueremo a farlo». Poi si sofferma sull'unicità e l'identità del Made in Italy che deve essere visto come un asset tanto italiano quanto europeo.
«L'Italia è da sempre una delle nostre industrie più forti. Questo è il Paese dove sono nate imprese che incarnano l'eccellenza e la passione per la qualità e la cui creatività è riconosciuta ovunque. Aziende che hanno insegnato al mondo che il cibo può essere una gioia oltre che un nutrimento. Tutto questo è parte del Made in Italy, che il mondo guarda con ammirazione. Questi simboli, eccellenze, eroi sono italiani, ma sono anche orgogliosamente europei. Sono ciò che rende grande l'Europa.
Il fatto che siano parte del marchio Europa non svilisce l'identità italiana, la esalta. Come europea sono fiera di queste storie tanto quanto chi è nato a Bologna, Roma o Palermo. Questo è il vero significato di far parte dell'Unione Europea».