“Gli elettori di centrosinistra sono stati più avanti di noi, si sono saldati e fusi con una vittoria trionfale”. Ha dichiarato il segretario del Pd Enrico Letta, visibilmente soddisfatto per il risultato delle amministrative e desideroso di portare avanti il progetto del 'nuovo Ulivo', ossia un'alleanza larga che vada da Matteo Renzi a Beppe Conte. Di questa eventualità ne abbiamo parlato con Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Italia Viva e vicepresidente della Camera.
Il nuovo Ulivo può davvero nascere oppure le alleanze per le amministrative son cosa ben diversa da quelle per le Politiche?
“Penso che siano due cose diverse. Sottolineo, infatti, che il centrosinistra nelle grandi città come Roma, Milano e Torino, ha vinto anche grazie al fatto che non c’era il M5S. Questa è una discriminante importante. Poi, andando verso le elezioni Politiche, ragioneremo su quali saranno le migliori coalizioni da costruire e qual è il progetto che sta dietro il messaggio che si vuole dare al Paese. Il nostro pensiero è che ci vuole un’area centrista, riformista e plurale che vede tutto quel pezzo di centrodestra che non si identifica nei sovranismi e negli eccessi della destra collaborare per dare continuità al progetto politico che Mario Draghi ha cominciato”.
Quindi un’alleanza da Calenda e Renzi a Conte non è pensabile, visto anche ciò che ha detto il leader di Azione oggi?
“È chiaro che con Conte ci siamo già stati e abbiamo deciso che la sua esperienza è stata fallimentare per il Paese e, quindi, è inutile riproporre un’esperienza fallimentare”.
Nei grandi centri vince il centrosinistra, mentre in provincia è più forte il centrodestra. Lei crede sia così?
“C’erano delle elezioni amministrative e gli italiani hanno votato per il sindaco della loro città. In questo caso il centrodestra ha pagato la scelta dei suoi candidati che non erano all’altezza della competizione e il centrosinistra ha tratto vantaggio sia di questo sia della ideologizzazione della campagna elettorale degli ultimi giorni”.
Conte ha esaltato la vittoria dell’alleanza giallorossa a Napoli, ma a livello nazionale voi porrete la condizione: o noi oppure il M5S?
“A Napoli, Conte ha passato un bel pezzo della sua campagna elettorale. A Napoli, città di Fico e Di Maio, i Cinquestelle hanno investito straordinarie energie e non sono arrivati nemmeno al 10%. Penso che questo risultato sia il segno dell’estinzione del M5S e, quindi, certamente, non il segno dell’esaltazione del loro risultato. Oltre a questo, aggiungo che a Napoli un terzo dei voti è andato al Pd e ai Cinquestelle, ma gli altri due terzi sono andati a liste civiche moderate e di centro”.
Il centrosinistra, dunque, secondo lei, si deve spostare ancora più al centro?
“Il centrosinistra deve mettere al centro del suo programma le proposte riformiste che non sono quelle del M5S o dell’ala del Pd che ha esaltato Conte come leader della sinistra”.
Clemente Mastella ha rilanciato il centro. Voi di Italia Viva siete interessati?
“Noi abbiamo lavorato insieme a Mastella e, insieme, abbiamo vinto. È il percorso che vogliamo costruire, valorizzando un’esperienza in cui ci siano chiare proposte riformiste, utilizzando toni moderati per rappresentarli. In questo contesto, da Mastella a Lupi, da Cambiamo a +Europa, da Calenda a Forza Italia, sono tante le forze che possono contribuire a un progetto di questo tipo. Ma, soprattutto, c’è tanto elettorato che cerca una politica che abbia la capacità di rappresentare un bisogno diverso che non sia lo scontro ideologico sul fascismo o antifascismo”.
Lei è di Trieste, l’unico capoluogo rimasto in mano al centrodestra. Perché secondo lei?
“Il sindaco Dipiazza è molto radicato nella città e lo ha dimostrato già in quattro occasioni”.
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