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Conte piccona Elly con l'aiuto di amici dem. "Al Nazareno ha più sostenitori lui di lei"

La strategia del leader 5S: colpire la segretaria e guidare il centrosinistra da Chigi. L'ex premier ha la sponda di molti tra cui Speranza, Bersani e soprattutto D'Alema

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Voci dal Pd, corrente riformista. «Conte si comporta così perché sa che nel nostro partito ha più sostenitori lui rispetto a Elly Schlein», spiega un dirigente dem che ha sostenuto Stefano Bonaccini all'ultimo congresso. Per questo motivo Giuseppe Conte può picconare sul campo largo e si permette il lusso di avere un orizzonte lontano. Fino alle europee alzerà la tensione con Schlein. Poi si vedrà. Anche perché la deputata italo-svizzera, come tutti i segretari del Pd, è una precaria di lusso. Oggi c'è, domani forse. Mentre l'avvocato di Volturara Appula può contare su una serie di entrature a sinistra. Conte ne è sicuro. Grazie all'aiuto delle quinte colonne del Nazareno potrà realizzare il suo obiettivo. Che è sempre lo stesso: comandare il campo largo ed essere il candidato premier. Con un sogno nel cassetto: tornare a Palazzo Chigi con l'appoggio del Pd. Perciò l'ex premier non recide i legami coltivati durante il governo giallorosso. Quando l'ex segretario Nicola Zingaretti lo elevava al rango di «punto di riferimento fortissimo dei progressisti». Conte sfoglia la margherita degli amici a sinistra e con i suoi ostenta una convinzione: «Nessuno di loro si opporrebbe a me come candidato premier». Tra le quinte colonne contiane, dopo lo strappo di Bari, si è fatto sentire subito Goffredo Bettini, storico stratega dietro le quinte della sinistra dem, amico di Conte. «Faccio un appello per ritirare i due candidati e trovare una soluzione che possa portare a un processo unitario», ha detto il pontiere venerdì scorso. L'avvocato ringrazia.

Abbiamo potuto osservare un'istantanea del partito di Conte all'interno del Pd il 31 gennaio scorso, alla presentazione romana del libro di Roberto Speranza. C'era perfino l'oscuro Massimo D'Alema. Uno che, secondo diverse fonti dem e grilline, «è l'unico vero consigliere di Conte». Quindi c'è Speranza. L'ex ministro della Salute rimane vicinissimo al leader del M5s, nonostante qualche dissidio sulle regionali in Basilicata. Proprio l'ex ministro, durante il caos del campo largo lucano, era entrato nel mirino del gruppetto dei fedelissimi di Schlein. «Vuole fare lui il segretario nazionale», l'accusa dal «tortellino magico» della segretaria. In platea alla presentazione del libro di Speranza c'era anche Pierluigi Bersani. L'ex segretario è considerato uno dei canali di comunicazione tra il Nazareno e l'universo contiano. Tanto che, dopo la vittoria in Sardegna, molti lo proponevano come «federatore» tra Pd e M5s. «Si chieda a Conte se vuole rifare il partito del Vaffa», incalza Bersani. Pretattica. Nel frattempo il leader pentastellato pressa Schlein in due interviste, una a Il Corriere della Sera, l'altra al Fatto Quotidiano. Il messaggio è lo stesso: «Schlein cambi il Pd o il Pd cambierà lei». Scrive Conte su X dopo un incontro all'Università di Salerno: «I paletti forti sulla legalità sono un segnale ai giovani».

Ma è l'ex premier a muoversi a suo agio tra la sinistra e i cattolici del Pd. Conte, che si è definito «cattolico democratico», è stimato da esponenti di cultura democristiana come i suoi ex ministri Dario Franceschini e Francesco Boccia. Il capo del M5s è in sintonia anche con il pacifismo ecumenico della Comunità di S. Egidio, che ha la sua costola politica nel movimento Demos, alleato del Pd.

Al Nazareno Conte ha più amici di Schlein.

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