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Conte punta sulle pensioni per durare oltre la pandemia

Spunta quota 102, ma c'è il rischio figuraccia in Ue

Conte punta sulle pensioni per durare oltre la pandemia

Il governo vuole lasciare il segno sulle pensioni e, dopo avere in tutti i modi rinnegato Quota 100, cerca un surrogato non troppo distante dalla riforma leghista. Anche a costo di scontentare Bruxelles.

La pensione anticipata in versione sperimentale varata dal primo governo Conte, 62 anni di età e 38 di contributi, è all'ultimo giro di boa. Alla fine del 2021 scadrà e senza un altro provvedimento c'è il rischio che tra un anno esatto, da un giorno all'altro, si crei uno scalone intollerabile. Per i pensionandi, costretti a sobbarcarsi un aumento di cinque anni dei requisiti per il ritiro dal lavoro. Ma anche per il governo.

La novità è che l'esecutivo guidato da Giuseppe Conte, fino a ieri alle prese con bozze di riforma molto leggere, che avrebbero risparmiato dal repentino aumento dell'età pensionabile solo alcune categorie di lavoratori come precoci e gravosi, si sta posizionando su proposte più coraggiose.

Ieri è rispuntata quota 102. Cioè flessibilità per tutti con un requisito anagrafico leggero, 64 anni invece dei 67 che scatteranno tra un anno. Poi 38 di contributi. Il nuovo regime, ha scritto ieri il Sole24ore, prevederebbe ulteriori alleggerimenti per i lavori gravosi (62 anni). Unica penalizzazione, il ricalcolo contributivo limitato agli anni di anticipo. Requisiti quindi più favorevoli anche rispetto a Opzione donna, che la legge di Bilancio ha prorogato, insieme all'Ape sociale.

Indiscrezioni provenienti da fonte politica. È il segno che il premier Giuseppe Conte sta giocando su tempi medio lunghi e comunque per durare oltre la gestione dell'emergenza Covid. Ma è anche una sfida complessa. La Ragioneria generale dello Stato ha già messo in mora il governo sulla nona salvaguardia degli esodati. Quota 102 potrebbe incappare facilmente in un veto dell'Unione europea. La spesa previdenziale non è tra quelle che, agli occhi di Bruxelles, giustificano deroghe al Patto di stabilità che, con tutta probabilità, rientrerà in vigore proprio nel 2022. Al momento sono a bilancio i risparmi che comporterebbe il ritorno alla normativa per Quota 100 e ogni intervento per alleggerire lo «scalone» andrà finanziato e giustificato.

Oltre agli inevitabili problemi di copertura, c'è n'è anche uno che riguarda il tipo di policy. Nelle raccomandazioni paese della Commissione europea si mette in mora l'Italia per non avere «compiuto progressi nel ridurre la quota delle pensioni di vecchiaia nella spesa pubblica per creare spazio per altre spese sociali e per favorire la crescita».

Difficile quindi che Commissione e Consiglio Ue accettino una misura che concentrerà spesa pubblica proprio sulla previdenza. Unico modo per rendere una riforma delle pensioni favorevole ai lavoratori, è legare l'anticipo alle inevitabili crisi delle aziende provocate dalla pandemia.

L'anticipo della pensione piace ai sindacati, che presto riprenderanno il confronto con il ministro Nunzia Catalfo (nella foto) sulla riforma. Ma anche alle imprese che vedono in requisiti per il pensionamento più leggero una via di uscita alternativa agli altri ammortizzatori.

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