Conti in rosso per il Pd. Pesa (molto) l'Unità

Perdita di 10,8 milioni nel 2013. E per tagliare la spesa si scarica sullo Stato

Conti in rosso per il Pd. Pesa (molto) l'Unità

La cassa piange e il Pd ha i conti in rosso. Non è una novità, vista la situazione generale dei partiti. Ma vedere i conti, nero su bianco, fa una certa impressione. Una puntata di Franco Bechis su Libero fa le pulci al bilancio democratico, che fa registrare una perdita, per il 2013, pari a 10,8 milioni di euro. E a trascinare a fondo il Pd, come non accadeva da anni, sono in conti in rosso dell'Unità, da tempo in grave stato di crisi.

Come dicevamo l'ultima perdita si attesta a un soffio dagli undici milioni, con un aumento di quasi il 50% rispetto all'anno precedente. La situazione, dunque, si aggrava. Questo sostanzialmente per due motivi: diminuiscono i contributi pubblici (anche se vengono compensati da quelli privati) e aumentano le spese. E' soprattutto questa seconda voce a incidere, suddivisa in questo modo: 17,9 milioni come spesa peri servizi ricevuti, 14,6 per trasferimenti ad associazioni e strutture territoriali.

A preoccupare ancor di più Francesco Bonifazi (il tesoriere) è la forte erosione del "tesoretto", il patrimonio netto a disposizione del partito. Dai sedici milioni del 2012 siamo passati ai 5,4 dell'anno scorso. Lo stesso dicasi per la disponibilità liquida: dai 18,5 milioni del 2012 agli 8,8 del 2013, anche se nel mezzo ci sono state delle importanti campagne elettorali. Il problema è che, continuando così, è molto probabile che dal prossimo bilancio si debba attingere di nuovo al patrimonio, intaccandolo ulteriormente.

Dicevamo che l'Unità non se la passa bene. La società è in liquidazione e bisogna trovare il prima possibile qualcuno che stacchi un bell'assegno per salvare la baracca. Respinta al mittente l'offerta di Daniela Santanchè e Paola Ferrari, si deve trovare un "salvatore". Nella pancia del Pd c'è una fideiussione da 1,5 milioni a favore del giornale, che scade a fine ottobre (e senza un compratore il Pd rischia di pordere quella somma). Poi c'è anche un pegno da mezzo milione acceso a garanzia di un finanziamento concesso da una banca alla società editrice. E siamo a due milioni. Poi, spulciando tra i conti, troviamo le risorse destinate all'acquisto di copie (non solo dell'Unità ma anche di Europa), pari a circa 2,8 milioni nel 2013.

Capitolo a parte, i dipendenti del Pd.

Dai 198 che erano pochi anni fa (con una spesa di circa 64mila euro a testa) siamo passati a 176, di cui una trentina in aspettativa non retribuita. A pagare in pratica è lo Stato (e quindi i contribuenti), tramite i ministeri o altri enti pubblici. Un modo come un altro per risparmiare soldi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica