
Make the Church great again. Impossibile non parafrasare Donald Trump mentre si ascoltano le primissime parole di Papa Leone XIV sull'unità «in nome di Cristo», un gregge da 1,4 miliardi di fedeli da compattare, i «ponti da costruire», la «pace disarmante e disarmata», il Male che «non prevarrà». Ma la sfida che attende il successore di Francesco riguarda anche il dialogo con l'Islam, la lotta agli abusi, il calo di vocazioni e finanziamenti.
L'appello all'unità e il rischio scisma
La scelta del Papa dopo soli due giorni di Conclave restituisce un segnale di compattezza da non disperdere. I cedimenti progressisti di Bergoglio hanno lasciato il segno soprattutto nell'episcopato americano oltre che in quello africano. «Il Papa preferiva «avviare processi che cercare soluzioni», come sappiamo. Se è vero che Prevost è il meno yankee dei cardinali Usa, la scelta segna comunque una discontinuità con il precedente Pontificato, al netto dei ripetuti riferimenti a Francesco. Il suo rigore sulla dottrina, coniugato con gli studi di Sant'Agostino, dovrebbe garantire un graduale ritorno ai «valori non negoziabili» come il no a eutanasia, utero in affitto e l'aborto, temi che dividono cattolici «adulti» come Joe Biden e tradizionalisti come JD Vance.
Gay, divorziati e celibato
La pastorale della Famiglia con la comunione ai divorziati risposati e le benedizioni (pastorali, non liturgiche) alle coppie gay ha confuso i fedeli e messo in crisi l'indissolubilità del vincolo matrimoniale, il codice di Diritto canonico, le Sacre Scritture e il Magistero della Chiesa. Per non parlare delle aperture di Bergoglio su diaconato femminile e celibato dei preti. In nome dell'unità della Chiesa su questi temi e in risposta ai Dubia dei tradizionalisti non dovrebbero esserci cedimenti né ambiguità anche di fronte alla concorrenza della Chiesa evangelica, in particolare in Africa, e dei protestanti nell'Europa a trazione tedesca, storicamente tentati dallo scisma.
Finanziamenti e vocazioni
In Occidente l'ideologia pauperista e woke ha svuotato le chiese e allontanato i cattolici (e i loro soldi) verso altri lidi, Trump se ne è fatto testimone alle elezioni e li ha convinti. Come ha detto al Giornale l'ex banchiere Ior Ettore Gotti Tedeschi, «per combattere le disuguaglianze serve una Chiesa ricca». Le finanze del Vaticano segnano rosso nonostante la battaglia contro chi si sarebbe arricchito con i soldi delle offerte, con le troppe ombre sul «processo del secolo» a monsignor Angelo Becciu.
Sinodalità, clima e tecnologia
Nella Chiesa coesistono sensibilità diverse. Ci vorrà tempo per capire come uscire da una sinodalità e da un eccesso di democrazia che ha portato nella Chiesa visioni terzomondiste e globaliste anticristiane. I riferimenti a Gesù e la sua centralità nel discorso sono un segnale di ritorno «all'antico».
Immigrazione e «ultimi»
L'attenzione agli scartati dal capitalismo non verrà meno, ma con declinazioni diverse. Prevost è di Chicago, città operaia dell'auto devastata dalla crisi, ha una famiglia cosmopolita, geograficamente trasversale tra le due Americhe, una madre di origini spagnole e un padre un po' francese e un po' italiano. Ha vissuto in Sudamerica e conosce i problemi legati all'immigrazione su cui Trump ha costruito la sua vittoria. Il suo predecessore Leone XIII è il papa della Rerum novarum, la Dottrina sociale della Chiesa che mette l'essere umano al centro dell'economia.
Lotta alla pedofilia
Al calo delle donazioni dei fedeli hanno contribuito molto gli scandali sessuali e la piaga della pedofilia. Lo dimostrano anche i dossier circolati nella Cappella Sistina. La «tolleranza zero» iniziata da Papa Ratzinger non ha portato i frutti sperati, nonostante l'abolizione del segreto pontificio o l'obbligo di segnalare i casi alla gerarchia ecclesiastica. Né è servita la creazione di piattaforme di ascolto e l'istituzione della Commissione pontificia, presieduta (non a caso) dal francescano Usa Seán O'Malley. Non potranno più ripetersi vicende come quelle di Juan Luis Cipriani, cardinale sospettato di abusi ma libero di circolare nelle Congregazioni. Oppure altri casi Theodore McCarrick, l'ex cardinale di Washington morto a 94 da laico dopo essere stato destituito nel 2019 perché colpevole di ripetuti rapporti sessuali con bambini e seminaristi, come migliaia di sacerdoti condannati, costati alla Chiesa Usa miliardi di risarcimenti dal 2001 e una reputazione devastata. Va letto così il richiamo al Vangelo (Matteo 16,18) et portae inferi non praevalebunt, come dire che in Vaticano non c'è più spazio per chi ha protetto gli orchi.
I conflitti nel mondo
Ucraina, Gaza, Iran, India. I focolai di guerra richiedono un'azione di pace immediata, «disarmante e disarmata», che Leone XIV dovrà inevitabilmente personificare, con un programma di viaggi apostolici mirati, missioni diplomatiche da pianificare con urgenza per una Chiesa «missionaria» ma anche «evangelizzatrice». A partire dal possibile viaggio in Turchia il 25 maggio per il 1.700/o anniversario del Concilio di Nicea (oggi Iznik) il primo concilio ecumenico cristiano, ufficialmente non in agenda ma con trattative in stato avanzatissimo con il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo.
Anche la Cina è un tasto dolente, sollevato in Congregazione da un ascoltatissimo cardinale Zen: che fare dell'accordo con Pechino sulla nomina dei vescovi? Su che baci ci sarà il dialogo con l'Islam? Molto si capirà dalla scelta del Segretario di Stato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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