
Gli tocca lavorare. Gratis. A volte la vita offre colpi di scena improbabili. John Elkann si prepara ad un anno di lavori socialmente utili, trattasi di una dolce e intelligente soluzione per evitare il versamento di un miliardo di euro con sicure conseguenze negative per i suoi impegni e obblighi imprenditoriali, il guaio vero sarebbe stato appunto questo, sui denari nessun problema, la banca Exor è solida, stabile e florida anche se alcune succursali, tipo Juventus, sono al limite della chiusura o vendita ma la squalifica da dirigente e presidente sarebbe stata una vergogna che nessun bonifico avrebbe cancellato. Lontanissimi i giorni nei quali, secondo usi e costumi della famiglia (che ormai non esiste più dopo la scomparsa dei suoi storici punti di riferimento Gianni&Umberto), i giovani eredi erano chiamati a sostenere un silenzioso periodo di formazione nelle fabbriche del gruppo.
Alla Piaggio di Pontedera toccò a Lapo, fratello di John, presentarsi in occhiali scuri, non ancora griffati, dichiarando false generalità, tutto sotto copertura, ma addirittura, questo faceva e fa ancora parte del suo bizzarro carattere, partecipare ad uno sciopero dei dipendenti proprio contro i parenti del giovane sconosciuto "compagno" al tornio, bandiere rosse non quelle della Ferrari. Anche John è passato per la stessa stazione, un nome ed un cognome fittizi, massimo riserbo, del resto nessuno conosceva quel ragazzo alto, allampanato, con l'erre moscia come il suo dire ma era routine, c'erano i turni di fabbrica, la mensa con l barachin (in dialetto torinese è il contenitore del cibo), le docce in comune, tanto per rendersi conto di che cosa significhi la vita quotidiana nell'azienda di famiglia. Stavolta, però, è differente, nessun trucco, nessuna falsificazione anagrafica, nome e cognome autentici allo sportello d'ingresso, John Philip Jacob Elkann, per un anno, dovrà assistere uomini e donne deboli e fragili, si staccherà dagli uffici di Torino, Parigi, New York, salterà qualche consiglio di amministrazione, dovrà evitare dichiarazioni pubbliche sul tema tasse, famiglia, eredità e affinità varie ma si occuperà soltanto di anziani e disabili, niente auto blu e jet privato, la vita normale mai o raramente frequentata da chi è stato designato come erede del re, del signor Fiat, proprio direttamente da lui medesimo Giovanni Agnelli, il nonno, cioè il padre di Margherita, la madre.
Nessuno avrebbe potuto immaginare una vicenda ed un epilogo come quelli contemporanei, l'ascesa del nipote nel mondo internazionale, il passaggio e trasformazione del marchio antico della Fabbrica Italiana Automobili Torino in Stellantis, l'ingresso del cda di Meta, il colosso finanziario di Mark Zuckerberg, la sponsorizzazione elettorale di Trump, come era stata quella di Biden ma, infine, la triste questione dell'eredità di famiglia, il contenzioso con la genitrice, le firme contraffatte della nonna, l'evasione fiscale, una discesa infernale analoga a quella del nipote (così per araldica) Andrea Agnelli, anch'egli al centro di guai penali giudiziari e sempre per una questione di soldi.
John Elkann ai servizi socialmente utili è un contrappasso dantesco, la "messa alla prova" è una palla in calcio d'angolo, sospende il provvedimento ma si porta appresso l'imprevedibile soluzione finale dopo dodici mesi di esame, come gli capitava al liceo Victor Duruy di Parigi, al civico 33 di boulevard des Invalides. Tutto era già scritto.