"Controlla gli indagati". Ora Calenda "cade" sul garantismo

Carlo Calenda, in relazione alla polemica sulla candidatura della "dominatrice" a Como, chiede a Matteo Salvini di controllare pure gli "indagati" nelle liste. E l'onorevole Enrico Costa non commenta

"Controlla gli indagati". Ora Calenda "cade" sul garantismo

La polemica attorno alla candidatura nelle liste calendiane di Doha Zaghi, la "dominatrice" che il leader di Azione ha in fin dei conti buttato fuori dalle amministrative per Como, si è trascinata. E ora è spuntata anche la bufera sul mancato garantismo di Carlo Calenda.

L'ex candidato a sindaco di Roma ha risposto a Matteo Salvini, dopo che quest'ultimo aveva fatto notare come "Lady Demonique" - questo il nome d'arte della performer - fosse apparsa in un "un video da dominatrice prendendo a calci nelle parti intime un poveretto con la maschera che mi raffigura e recita frasi blasfeme", come ha scritto il leader della Lega.

"Se queste sono le proposte di chi avrebbe voluto amministrare la splendida città di Como… Complimenti!", ha aggiunto Matteo Salvini. L'ex ministro dello Sviluppo economico, a questo punto della querelle social, ha deciso di replicare in maniera piccata: "La signora - ha scritto Calenda a mezzo Twitter - è stata fatta ritirare come era doveroso avendo appreso i suoi trascorsi. Ma da uno che da Ministro non si presentava in ufficio e beveva moijto in mutande al Papeete, lezioni di etica e forma anche no. Controlla inetti, indagati e fascistoidi nelle tue liste piuttosto" , ha insistito.

Risulta difficile non notare come Calenda, con quel post ed al netto dei consueti toni da sinistra che distribuisce patenti che ha utilizzato, abbia smentito la narrativa garantista. La stessa che ha cercato di portare avanti in questi mesi, tentando di porsi come esponente politico "liberale". L'ex ministro dello Sviluppo economico ha infatti domandato al leader del Carroccio di controllare pure gli "indagati" che potrebbero comparire tra i candidati della Lega.

Interpellato in merito alla questione, l'onorevole Enrico Costa, evidentemente in imbarazzo, si è rifiutato di commentare.

Sono stati parecchi gli utenti social a prendere posizione in merito. "Gli indagati sono innocenti fino a prova contraria, ma non eri garantista?", si legge sotto al cinguettio di Calenda. E ancora: "Caspita che livore Calenda! A parte che chi dovrebbe controllare le liste è proprio lei, la aspettiamo quest'estate in spiaggia a Capalbio, of course, in doppio petto di lino per dare lezione di stile a #Salvini", ha scritto un'altra persona. Poi un'ulteriore stoccata diretta anche a Costa: "Il richiamo agli 'indagati'...

che ne pensa @Enrico__Costa, che qui predica quotidianamente garantismo, del tweet del leader del suo partito?", ha osservato un altro".

Insomma, i garantisti, noti e non, che abitano Twitter non sembrano aver preso alla leggera le parole di Calenda che ha domandato a Salvini di scandagliare le sue liste pure in funzione dei semplici "indagati".

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