Ormai tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio sembra una partita a scacchi. A una mossa dell'uno segue sempre una mossa dell'altro. E così è successo anche questa volta. Ad aprire i giochi è stato il grillino che, dopo il pressing del leghista sulla Flat Tax, ha tenuto a precisare: "Certo, noi siamo leali al contratto la Flat tax è nel contratto. Non abbiamo mai detto di non volerla, bensì abbiamo affermato che non bisogna fare facile campagna elettorale su certe misure, perché sono ambiziose e costano. D'altronde è stata la Lega a dire che costa 12 miliardi. Ribadiamo: noi siamo sempre stati leali al contratto, chi lo è stato meno è la Lega". E via con la lista dei tradimenti: "Chi ha iniziato a spingere sulla castrazione chimica è stata la Lega, chi parla di leva obbligatoria è la Lega, chi presenta una legge per la libera circolazione delle armi è la Lega. E potremmo andare avanti per molto".
Poteva mai rimanere in silenzio Salvini? No. E infatti, come racconta il Corriere della Sera, il leader del Carroccio ha pensato subito a una contromossa ma "costruttiva". E così ha dato ordine allo staff di mettere a punto una sorta di memorandum per i dirigenti leghisti in cui sono elencati i nomi di tutti quei pentastellati che hanno detto no. Qualche esempio? C'è Toninelli per il diniego agli interventi di ristrutturazione sui palazzi dei centri storici e i vincoli su altezza, sagoma.
C'è il no nel codice degli appalti, il no ai termovalorizzatori, il no al rifinanziamento del tax credit per la ristrutturazione degli alberghi, il blocco della Asti-Cuneo,il no di Bonafede alla castrazione chimica, gli stop ai voucher nel commercio e nel turismo, e il lungo elenco dei no alle Regioni in tema di autonomia differenziata.Insomma, le elezioni europee sono alle porte e come ha detto Di Maio: "Noi siamo diversi e queste differenze riemergeranno in campagna elettorale".
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