
Un altro terremoto giudiziario travolge la politica, questa volta locale. Sotto inchiesta, finiscono finanziamenti elettorali e presunti pacchetti di voti ottenuti dalla sindaca di Prato, Ilaria Bugetti, del Pd, indagata per corruzione dalla procura di Firenze, che ha chiesto per lei gli arresti domiciliari. Su cui deciderà il gip in sede di interrogatorio, fissato per la il 19 giugno. Ieri mattina i carabinieri del Ros di Firenze hanno perquisito sia gli uffici del Comune che la casa della prima cittadina.
L'indagine è partita due anni fa durante un'inchiesta della Dda di Firenze sulla criminalità cinese. Secondo l'accusa Bugetti avrebbe ricevuto voti e finanziamenti elettorali quando era ancora consigliera regionale, da un imprenditore del tessile, Riccardo Matteini Bresci. E da una società riconducibile a lui, la prima cittadina sarebbe anche stata retribuita come dipendente per anni, fino a prima dell'elezione a sindaca, nel giugno 2024. L'imprenditore, oltre a procurare a Bugetti finanziamenti elettorali per circa 27mila euro, avrebbe convogliato verso di lei molti voti alle quelle elezioni amministrative che l'hanno vista vincitrice al primo turno con il 52%. Come avrebbe già fatto, dice l'accusa, in passato, quando Matteini Bresci avrebbe recuperato 4mila voti «decisivi» per l'elezione di Bugetti al consiglio regionale. Per reperirli, scrivono i pm, l'uomo avrebbe anche fatto «ricorso a personali canali di frequentazione appartenenti a logge massoniche», con «ruoli di vertice». L'imprenditore è anche noto per essere stato già arrestato nel 2024 in un'altra inchiesta per corruzione che aveva coinvolto anche l'ex comandante dei carabinieri di Prato, Sergio Turini. Fatto sta che secondo i pm, Matteini Bresci avrebbe contato così tanto sulla futura prima cittadina, che sotto intercettazione ne parlava così: «È un attrezzo mio da una vita». E ancora: «È una mia creatura». Millanterie? Non secondo i pm, visto che Bugetti si sarebbe messa «a disposizione delle esigenze dell'imprenditore» con un «completo asservimento della sua funzione», in un «rapporto patologico». Quanto ai presunti favori, i magistrati contestano «più episodi specifici». Da consigliera si sarebbe attivata per sollecitare un decreto regionale e poi per modificarlo in base ai «desiderata» dell'imprenditore, e poi da sindaca, avrebbe portato avanti altri atti volti a favorire gli interessi «occulti» dell'uomo.
«Ribadisco l'assoluta fiducia nell'operato della magistratura e delle forze dell'ordine - dice in una nota Bugetti -. Non mi sottrarrò a nessun riscontro, spiegando le mie ragioni, confidando nel fatto e avendo la certezza che il mio operato è sempre stato improntato alla correttezza personale, istituzionale nonché giuridica». La polemica politica però esplode. Il dem Marco Furfaro la difende, perché «la conosco da anni, so della sua integrità e della sua dedizione al servizio pubblico».
La Lega precisa che «siamo e rimarremo garantisti, ma se le pesanti accuse venissero confermate ci aspetteremo le sue immediate dimissioni». Per l'azzurro Maurizio Gasparri «non traiamo conclusioni, ma registriamo un logoramento di un potere locale della sinistra. Forse e' giusto porsi qualche domanda».