La Corte dei Conti promuove l'Italia su Pil e debito. "Vigilare su salari welfare e balneari"

Il procuratore generale Pio Silvestri: nel 2024 deficit dimezzato e più entrate. Stipendi pubblici poco attrattivi, anche nella sanità. Canoni delle spiagge troppo bassi, che la proroga sia l'ultima

La Corte dei Conti promuove l'Italia su Pil e debito. "Vigilare su salari welfare e balneari"
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Nel giudizio di parificazione sul rendiconto dello Stato per il 2024, la Corte dei Conti ha fatto quello che in pochi si aspettavano: ha confermato, senza riserve sostanziali, la bontà dell'operato del governo Meloni in materia di finanza pubblica. Nessuna bocciatura, nessuna stoccata vera. Il rendiconto, per l'organo di controllo, è in ordine. Le osservazioni, puntuali e tecniche, si limitano a suggerimenti per il futuro su temi noti e discussi, come la riforma delle concessioni balneari o il rafforzamento del welfare, ma nessuna contestazione è emersa sulla gestione delle risorse o sulla credibilità delle previsioni contenute nel Documento di economia e finanza.

Un risultato che pesa, anche alla luce delle tensioni degli ultimi anni tra la Corte e l'esecutivo, culminate con l'estromissione dell'organo di controllo da alcune fasi cruciali del monitoraggio del Pnrr. Chi si aspettava una rivincita da parte della magistratura contabile è rimasto deluso: il ministro Giorgetti incassa un pieno riconoscimento del suo lavoro alla guida dell'Economia. Nessuna voce fuori dal coro, nessuna rilevazione critica sulla spesa pubblica. Solo conferme: "Le previsioni sul Pil sono condivisibili nella prospettiva di una fase di moderazione del ciclo economico e nella quantificazione dei diversi rischi connessi all'evoluzione avversa delle ipotesi formulate per il tasso di cambio, i tassi di interesse e le quotazioni del petrolio", ha affermato il presidente di coordinamento delle Sezioni Riunite, Enrico Flaccadoro.

Sui saldi di finanza pubblica, la Corte certifica che l'Italia sta seguendo il percorso tracciato in sede europea: "Nel 2024 il deficit si è dimezzato", ha ricordato il procuratore generale Pio Silvestri. E se il debito è ancora elevato, la sua dinamica appare sotto controllo, grazie anche a una crescita moderata ma stabile. Certo, i rischi internazionali restano e il contesto è segnato da incertezze geopolitiche, ma questo riguarda tutto il continente. Non il modo in cui l'Italia ha gestito i propri conti.

Quali sono allora le ombre richiamate nei documenti? In primo luogo, i canoni balneari. La Corte torna su un cavallo di battaglia noto, auspicando che l'ulteriore proroga alle concessioni sia davvero l'ultima e sollecitando una vigilanza rigorosa per evitare infiltrazioni criminali. "Si auspica che l'ulteriore congruo periodo di proroga sia effettivamente l'ultimo e che si ponga in essere, nella fase delle gare, una scrupolosa vigilanza per evitare, o almeno contenere, l'infiltrazione della criminalità organizzata", ha dichiarato Silvestri, sottolineando anche "la scarsa valorizzazione del principio della remuneratività della concessione per l'Ente concedente".

Poi c'è la questione degli stipendi pubblici, in particolare nella sanità, ritenuti "poco attrattivi". È un appunto che riguarda tutta la pubblica amministrazione, e che non si traduce in un'accusa di mala gestio: semmai, è un'esortazione a proseguire sul sentiero delle riforme.

Nemmeno il Superbonus, tema spesso al centro delle polemiche, è stato usato come arma di attacco: la Corte si limita a constatare che "ha avuto risvolti per cassa" sul debito, ma in un quadro di politica economica che resta solido. Anche i rilievi sulle difficoltà legate alla rottamazione delle cartelle esattoriali sono più che altro considerazioni tecniche, non critiche sulla direzione politica.

Un'altra voce a parte è la difesa. "Il deterioramento della situazione internazionale ha evidenziato l'importanza della pianificazione, programmazione e gestione della spesa militare", ha spiegato Silvestri, richiamando la necessità di "stare al passo con la continua evoluzione tecnologica" e di compiere "scelte difficili stante la situazione di deficit ancora consistente".

In definitiva, il giudizio di parificazione 2024 è una promozione a pieni voti. In un clima economico ancora incerto, con molte variabili esterne a dettare le regole del gioco, l'Italia dimostra di avere una guida salda al timone del bilancio pubblico. Giorgetti si conferma garante della tenuta finanziaria del Paese, con numeri certificati da un'istituzione che non ha mai fatto sconti, ma che oggi ha poco o nulla da rimproverare.

La sfida ora è quella di consolidare quanto

fatto, evitando fughe in avanti e mantenendo il rigore che ha consentito finora di resistere alle tempeste. Ma il segnale arrivato dalla Corte è chiaro: i conti tornano. E chi sperava in uno scivolone, dovrà attendere ancora.

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