Così Elisabetta Belloni cambia i servizi segreti italiani

Apprezzata da tutto l'arco parlamentare, Elisabetta Belloni, appena nominata ai vertici del Dis, il Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza della Repubblica, dovrà innanzitutto porre fine alla guerra interna ai servizi

Così Elisabetta Belloni cambia i servizi segreti italiani

La nomina di Elisabetta Belloni a direttore generale del Dis, Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza della Repubblica, è stata apprezzata da tutto l'arco politico. 63 anni, diplomatica dalla grande esperienza, come ricorda l'agenzia Adnkronos, è stata alla guida della macchina della Farnesina, prima donna segretario generale del ministero degli Esteri. A pochi giorni dalla sua promozione al Dis, l'ex capo di gabinetto dell'allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ha già iniziato a cambiare il volto dei servizi segreti, in un momento peraltro piuttosto delicato per i nostri 007, nel quale continua a tenere banco il dibattito interno sull'incontro fra l'ex premier Matteo Renzi e Marco Mancini all'autogrill. Nei giorni scorsi, infatti, l'Ufficio di presidenza del Copasir con riferimento alla vicenda Report-Renzi, ha convenuto di deliberare nella prossima seduta, in sede plenaria, "l'avvio della procedura di cui all'articolo 34 della legge 124/2007 che prevede di richiedere al presidente del Consiglio dei ministri l'attivazione delle inchieste interne ai sensi dell'articolo 4, comma 3 lettera i) della medesima normativa". Un'indagine interna su Mancini presa dal comitato dopo l’audizione del direttore del Dis uscente, Gennaro Vecchione, fedelissimo dell'ex premier Giuseppe Conte.

Belloni, aria nuova nei servizi segreti

Belloni dovrà innanzitutto porre fine alle "guerre" interne ai servizi segreti. Come spiega La Stampa, infatti, il primo problema del neo-direttore del Dis sarà di "riprendere le redini di un Servizio dove la guerra per cordate non ha mai portato nulla di buono. Così si danno già in uscita un gruppo di 007 che sono stati portati al Dis da Vecchione, considerati, a torto o a ragione, troppo legati al vecchio assetto". In tal senso, sempre La Stampa spiega che è sempre più in bilico, innanzitutto, la poltrona di Mancini, incaricato di vigilanza sull'uso dei fondi riservati, sul quale il Copasir ha deciso, come spiegato poc'anzi, di aprire un'indagine interna.

Altra partita importante della quale dovrà occuparsi Elisabetta Belloni riguarda la cyber-security, materia di scontro durante il governo giallo-rosso: molti ricorderanno infatti la proposta dell'ex premier Giuseppe Conte di istituire di una fondazione sulla cyber sicurezza, proposta successivamente ritirata dopo le proteste Pd e di Italia Viva, oltre che del Copasir che si era sentito scavalcato da Conte e Vecchione. Un progetto di cui, in realtà, si parlava già da anni, tant'è che fu inserito dal Piano nazionale varato dal governo Gentiloni. Quali saranno, dunque, i prossimi passi in materia di cybersecurity? Molto dipenderà non solo da Belloni ma - soprattutto - da Franco Gabrielli, che ha la delega ai Servizi e alla sicurezza per volontà del premier Draghi.

La presidenza del Copasir. Fdl: "Va sciolto"

Altro tema che va chiarito concerne la presidenza del Copasir: la guida del comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, secondo il partito di Giorgia Meloni, spetterebbe a Fdi e non più alla Lega visto che Fratelli d'Italia siede all'opposizione del governo Draghi. La polemica, in tal senso, non si placa, come testimoniano le dichiarazioni del vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, rilasciata nelle scorse ore a RaiNews24 e riportate dall'agenzia Adnkronos: "In gioco c'è la difesa della democrazia. È una legge dello Stato che prevede la presidenza all'opposizione. Questo Comitato fu creato per dare trasparenza e credibilità ai servizi di intelligence visto che alcuni suoi apparati nei decenni scorsi non operano secondo le regole. A Salvini lo abbiamo detto, con garbo abbiamo rivendicato che la presidenza deve passare all'opposizione.

Ma il tema non è Salvini, ma le tre cariche dello Stato, in particolare i presidenti delle due Camere che hanno tutte gli strumenti regolamentari per sciogliere il Copasir perché la presidenza in capo alla maggioranza è contraria alla legge. Ma sono certo che presto si risolverà" ha affermato Rampelli.

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