Il MoVimento 5 Stelle, con Beppe Grillo in testa, ha spesso avuto posizioni filo-Russia in geopolitica ma ora, con l'atlantismo espresso dal governo d'unità nazionale e dalla linea del premier Mario Draghi, i grillini, dimaiani e non solo, provano ad operare l'ennesima svolta.
Sullo sfondo di quest'ennesimo tentativo di virata, ma neppure troppo, c'è la crisi russo-ucraina, con tutto quello che quella situazione può comportare in termini di riposizionamento per una forza che fa parte di un esecutivo occidentale.
Anche in questo caso la diatriba riguarda da una parte il "nuovo corso" di Giuseppe Conte, che è spalleggiato dal fondatore anche in relazione alla regola del limite dei due mandati, e dall'altra la normalizzazione delle istanze che sta cercando di preseguire il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Conte, come rispetto alle opinioni non espresse sul Venezuela, ha spesso cercato un equilibrio tra quello che in dottrina viene chiamato "rossobrunismo" e le necessità dettate dai ruoli apicali ricoperti, mentre l'inquilino della Farnesina, sin dai tempi della passata campagna elettorale per le elezioni politiche, ha preferito guardare agli Stati Uniti.
Se l'ex premier giallorosso e gialloverde tende a tacere su pendio scivoloso in cui sembra essersi incamminato il quadro ai confini dell'Ucraina, il ministro degli Esteri, che ha intenzione, con il viaggio a Kiev, di recitare un ruolo di primo piano nella crisi, ha parlato apertamente di "alleati Nato" da tenere in stretta considerazione, così come ripercorso dall'Adnkronos.
Il politico originario di Pomigliano d'Arco, in una fase d'ascesa per i grillini, aveva anche viaggiato per la prima volta in direzione degli Usa. A molti quella visita è parsa un tentativo d'accreditarsi (Luigi Di Maio, negli States, ha avuto modo anche di incontrare il cardinale e segretario di Stato Pietro Parolin che gli disse che sul MoVimento 5 Stelle "se ne sentivano tante" ) che è poi continuato. Per quanto, sull'attuale capo di Dicastero, risulti utile ricordare - come ha fatto Gian Micalessin - le "sbandate" filo-cinesi e quelle per i gilet gialli.
Comunque sia e come ripercorso da Domani, il garante, che è stato a Roma per cercare una soluzione al problema dovuto alla sospensiva del Tribunale di Napoli che ha azzerato le cariche, ha ospitato un articolo sul suo blog in cui vengono riprese argomentazioni che abbiamo imparato a conoscere nel corso della storia dei pentastellati. Nel pezzo di Danilo Della Valle, si parla di "narrativa russofoba". E questo suggerisce come Grillo, in materia, non abbia poi cambiato troppo idea. Siamo ancora, insomma, dalle parti delle idee espresse dalle "piazza del vaffa" e da Alessandro Di Battista (che continua a tuonare contro l'Unione europea). Erano i tempi in cui il MoVimento 5 Stelle tutto sembrava fuorché atlantista.
Insomma, se Di Maio, al netto delle passioni giovanili, sembra
ormai aver sposato la causa europeista ed atlantista, Grillo e Conte, magari pure per qualche calcolo di natura elettorale, sembrano fare più fatica ad assecondare una visione priva di simpatie per altri poli geopolitici.
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