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"Così vogliamo abolire il reddito di cittadinanza"

Italia Viva si prepara alla battaglia per l'abolizione del reddito di cittadinanza. Un tema che potrebbe raccogliere adesioni trasversali

"Così vogliamo abolire il reddito di cittadinanza"

Mentre Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle e Leu difendono l'assistenzialismo, Italia Viva si prepara al referendum per l'abolizione del reddito di cittadinanza. Matteo Renzi ed i suoi stanno per raccogliere le firme. Come nel caso della Giustizia, il tema potrebbe assumere fattezze trasversali. Se lo augura l'onorevole Luigi Marattin, che è concentrato su questa battaglia.

Italia Viva si mobilita per il referendum contro il reddito di cittadinanza. Vi aspettate l'adesione del centrodestra?

"Ci aspettiamo l’adesione di chiunque abbia a cuore la cultura del lavoro - integrata dal sacrosanto sostegno per chi rimane indietro- e non dell’assistenzialismo. Ce ne sono tanti, sia nel centrosinistra che nel centrodestra, ammesso che siano queste, e non altre, le categorie attorno a cui ricomporre il quadro politico e una sana competizione elettorale".

La riforma del reddito di cittadinanza, per ora, tradisce le vostre aspettative. Nel team del ministro Orlando, c'è la sociologa Saraceno, che sul tema si è scontrata con Renzi....

"Non so se ci sia un’ipotesi di riforma già pronta, di sicuro non è stata resa pubblica in maggioranza. Giudicheremo quando potremo vederla. Certo, pur nel rispetto che si deve ad ognuno, il background culturale di quel team è radicalmente diverso dal mio. Non ho timore a dirlo, anche se alcuni pensano che quando non ti genufletti a certa sinistra un po’ datata, allora sei in automatico un militante di estrema destra. Manicheismo - anche nel senso opposto - che ha fatto danni inenarrabili a questo paese".

Quali sono le principali falle del sistema attuale?

"La parte sussidio non funziona bene perché non tiene conto delle differenze di potere d’acquisto lungo il territorio nazionale e della numerosità del nucleo familiare; inoltre, non coinvolgendo i comuni, non c'è un approccio dinamico verso l’uscita dalla povertà, che è un concerto multidimensionale. Non funziona neanche l’obiettivo di aiutare i working poor, perché disincentiva i lavoratori non-qualificati ad offrirsi sul mercato del lavoro".

Pure la storia dei navigator è stata un disastro...

"Un disastro assoluto, certificato dalla fantozziana vicenda di Mimmo Parisi, una delle nomine più assurde della storia della Repubblica. I dati ufficiali dimostrano che solo poco più dell’1% dei beneficiari totali del Rdc (il 3,8% di chi è tenuto alla stipula del patto per il lavoro) ha trovato un lavoro a tempo indeterminato".


Il Pd è schiacciato sui grillini. Anni a criticare il reddito di cittadinanza, per poi difenderlo a spada tratta. E ora Conte viene anche invitato alla festa dell'Unità....

"Nel Pd, da anni, ci sono coloro che vogliono costruire un’alleanza strutturale con M5S e Leu e coloro che, invece, non hanno abbandonato un’impostazione riformista e liberale. Difficile dire "aspettiamo chi vince tra i due schieramenti", perché non credo sia in vista un siffatto congresso chiarificatore. E anche se ci fosse - parlo per esperienza … - difficilmente farebbe davvero definitiva chiarezza".

Quali sono le sue proposte di modifica?

"Togliamo la parte sulle politiche attive, rendiamo il lavoro competenza statale e riformiamo il sistema incentrandolo sull’assegno di ricollocazione. Togliamo la parte sui working poor, e sostituiamola con l’imposta negativa, in modo da incentivare l’offerta di lavoro ("più lavori più ti aiuto"). E rifacciamo la parte sussidio, legandola alle differenze territoriali, alla commissione del nucleo familiare e coinvolgendo i comuni".

Il reddito di cittadinanza non ha abolito la povertà. Lei, dati alla mano, si sente di dire che l'ha assecondata (se non aumentata)?

"Nel primo anno di applicazione, prima del Covid, ha ridotto l’incidenza della povertà assoluta familiare dello 0,6%: un po’ poco rispetto al roboante annuncio dal balcone di palazzo Chigi. Poi la povertà ha ripreso a crescere, ma a causa del Covid. In generale, quello che il Rdc ha sicuramente fatto, è disincentivare l’offerta di lavoro da parte di coloro che sarebbero nelle condizioni di lavorare ma che per il modo in cui è fatto il Rdc, non trovano conveniente farlo.

Coloro che non possono lavorare, invece, vanno aiutati, ma non nel modo inefficiente in cui avviene ora".

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