Coronavirus

"Covid? Ho minimizzato per evitare il panico"

Nelle interviste al giornalista il presidente confessa il "bluff" sulla gravità del virus

"Covid? Ho minimizzato per evitare il panico"

Donald Trump ha ammesso di aver volontariamente minimizzato la minaccia del nuovo coronavirus, a gennaio, nonostante fosse a conoscenza della sua pericolosità. È una rivelazione esplosiva quella di Bob Woodward nel suo libro in uscita sul presidente degli Stati Uniti, Rage. «Ho sempre voluto minimizzare», ha detto Trump a Woodward, a marzo, in alcuni audio rilanciati dalla Cnn. «Ancora mi piace farlo - ha aggiunto nella stessa occasione - perché non voglio creare il panico».

Per il suo libro, la penna più nota d'America ha effettuato tra il dicembre del 2019 e il luglio di quest'anno 18 interviste registrate con il presidente Usa, in cui Trump ha mostrato di conoscere molti dettagli sulla minaccia del virus già nelle prime settimane; le sue ammissioni sono in netto contrasto con i suoi commenti pubblici: in diverse occasioni, ha dichiarato che il virus sarebbe «scomparso da solo».

Era il 28 gennaio, ricostruisce Woodward, quando nel corso di una riunione nello Studio Ovale, il consigliere per la sicurezza nazionale Robert O'Brien avvertì Trump che il coronavirus sarebbe stata «la più grande minaccia alla sicurezza nazionale della sua presidenza». Dello stesso avviso era Matthew Pottinger, il vice di O'Brien, anch'egli presente. Per Pottinger, era evidente che il mondo stava per affrontare un'emergenza sanitaria paragonabile a quella vissuta con la spagnola el 1918, che causò 50 milioni di morti. Dieci giorni dopo, il presidente chiamò Woodward e rivelò che la situazione era molto più grave di quanto aveva affermato in vari interventi pubblici. «Basta respirare e te lo prendi», disse Trump nel corso della telefonata del 7 febbraio. «È molto subdolo - disse ancora - ed è anche più mortale della peggiore influenza. È una cosa mortale», ripeté il presidente con enfasi. In quel periodo, ricorda il Washington Post, il presidente affermava davanti alla nazione che il virus era poco più grave di un'influenza, che sarebbe presto scomparso e che il governo federale aveva la situazione sotto controllo.

Immediata la smentita della Casa Bianca. Trump «non ha mai mentito» agli americani sul coronavirus. «Quando si affrontano sfide molto difficili - dice la portavoce Kayleigh McEnany -, è importante esprimere un senso di fiducia e calma». Le rivelazioni sono un'occasione d'oro per lo sfidante democratico alle presidenziali, Joe Biden. «Non ha fatto il suo lavoro, di proposito. È stato un tradimento gravissimo del popolo americano. Questo è spregevole, un inadempimento del proprio dovere.

È una vergogna, Trump è inadatto al proprio compito.

Commenti