La "sentenza" di Cacciari "Vi dico perché Draghi è la soluzione perfetta"

In una intervista a La Stampa il filosofo Massimo Cacciari ha ricordato il ruolo di Draghi alla Bce e ha lanciato una stoccata a Giuseppe Conte

La "sentenza" di Cacciari "Vi dico perché Draghi è la soluzione perfetta"

L’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi certifica in modo definitivo il "decesso di un ceto politico incapace di tutto". È netto il giudizio di Massimo Cacciari sugli sviluppi della crisi di governo. Anche su questo tema, infatti, il filosofo non si fa particolari problemi a parlare in modo diretto non risparmiando critiche, anche piuttosto dure, non solo alla nostra classe politica ma anche al premier dimissionario Giuseppe Conte.

In una intervista alla Stampa, l’ex sindaco di Venezia mette subito le cose in chiaro: "La statura internazionale di Draghi non si discute. Il bene che ha fatto alla Patria, chiamiamola ancora così, è evidente. Se in questi anni ci siamo salvati è perché Draghi era alla Bce dove è riuscito a resistere agli assalti di tutte le destre del mondo".

Le mosse politiche

Cambiano gli scenari. Ora vi è il rischio che Draghi non riesca a ripetere il "miracolo" anche in Italia. "La situazione è complicata, questo è sicuro", ha evidenziato Cacciari. Quest’ultimo ci tiene a precisare che nel nostro Paese "il casino è sistematico". Su Matteo Renzi è ricaduta la colpa della crisi di governo eppure per il filosofo c’è ben altro. Perché è la base su cui poggiava l’esecutivo ad essere franata. "L'alleanza Pd-Cinque Stelle-Conte ha sempre fatto acqua da tutte le parti e solo loro possono raccontarsi la leggenda che è arrivato Pierino Porcospino Renzi a rompere le palle", ha affermato l’ex sindaco di Venezia. Per il professore le colpe sono chiare: "Il Pd non è riuscito neppure a difendere la non linea di un non governo che si è limitato a gestire zone gialle, rosse o arancioni e a dare qualche ristoro in ritardo. Se sono rimasti in piedi è solo grazie all'emergenza sanitaria. I conflitti tra Pd e Cinque Stelle ci sono sempre stati. Solo che li nascondevano sotto il tappeto. Altro che Renzi". Una prova della debolezza dei giallorossi, secondo Cacciari, è la questione Recovery Plan: su questo tema, infatti, gli alleati di governo hanno deciso "niente".

Le posizioni su Draghi

Draghi premier potrebbe aprire nuovi scenari sconvolgendo il quadro politico nostrano. Cacciari spiega che il Partito democratico lo voterà di sicuro "del resto ha votato a favore di qualunque governo". E a favore voteranno anche Forza Italia ed i "costruttori". I problemi riguarderanno principalmente il M5s e la Lega. Sul nome dell’ex presidente della Bce i pentastellati si lacereranno anche se alla fine sceglieranno di sostenerlo. In casa Lega i giochi saranno ancor più complicati. "Giorgetti, giorgettiani e governatori a favore di sicuro. Ma alla fine penso anche Salvini. In genere la Lega prende decisioni compatte", ha spiegato ancora Cacciari. Quest’ultimo non esclude che i 5s possano sfasciarsi e "tornare all'opposizione dei vaffanculo". A meno di imprevisti, Draghi incasserà la fiducia con una larghissima maggioranza. "Poi- ha evidenziato il filosofo- cominceranno gli equilibrismi e i posizionamenti per arrivare all'elezione del Presidente della Repubblica".

Conte sul viale del tramonto

Conte appare, quindi, fuorigioco. Il premier dimissionario non sarà neppure in Parlamento. Ma è troppo presto per darlo politicamente finito. "Di sicuro non avrà più la grande visibilità che ha un capo del governo e quindi dovrà decidere se mettersi alla guida dei Cinque Stelle o se fare un suo Movimento alla Macron", ha spiegato Cacciari. Tutto può accadere. Un ritorno di Conte sulla scena politica, anche tra qualche anno, oppure l’esatto contrario. Per Cacciari il destino di Giuseppi è legato sostanzialmente a quello dell’ex presidente della Bce. Per il filosofo se Draghi dura allora Conte non avrà futuro in politica: "E sarà un destino meritato. Uno che viene dal niente può anche finire nel niente".

I bocciati

Parole dure l’ex sindaco di Venezia le riserva anche a Rocco Casalino ("Non so neanche chi sia"), Lugi Di Maio ("Esattamente come il nome che mi ha fatto prima. Sono nientità che una crisi di sistema ha portato al governo") e Nicola Zingaretti ("Ha gestito il Pd in una fase drammatica senza nessuna iniziativa. Se non quella encomiabile di tenere in equilibrio la baracca. Ma è andato a rimorchio e il suo voto non può essere positivo").

Una sorta di promozione, invece, il filosofo la conferisce a Matteo Renzi definito "diverso, ambiziosissimo, spregiudicato" ma che, fino ad ora, ha giocato bene le sue carte: "Ha fatto quello che ha fatto sapendo benissimo che le elezioni non ci sarebbero mai state, per le ragioni che il Presidente Mattarella ha spiegato perfettamente. Ora voterà a favore di Draghi continuando a sparare contro il nulla della politica". Questo, però, gli servirà a poco. "I suoi calcoli sono sbagliati- ha spiegato Cacciari-. L'idea che possa guidare una formazione politica minimamente rappresentativa è fantapolitica".

Il nuovo governo

Cacciari ammette di aver apprezzato molto il discorso del presidente Mattarella: "Netto, chiaro, che ha spiegato bene perché non è ricorso al voto e ha cercato la strada di un governo prestigioso". All’orizzonte si profila un governo di soli tecnici di "altissimo profilo". E l’esecutivo, secondo il professore, non subirà interferenze politiche. Naturalmente, essendo intelligente, Draghi terrà conto delle diverse sensibilità, affidandosi però unicamente a dei "supercompetenti”. Tra questi, secondo l’ex sindaco di Venezia, ci possono essere Cottarelli ,per la spending review, e la Lamorgese.

Il futuro

Per Cacciari la crisi è la dimostrazione "dell'impotenza e della incapacità di chi ci dovrebbe guidare. E temo che quando usciremo da questo disastro e dall'emergenza sanitaria si apriranno delle praterie per ogni iniziativa populistica immaginabile. Draghi in questo momento è perfetto, ma in prospettiva è la testimonianza notarile della catastrofe del ceto politico".

Ma nel futuro dell’ex presidente della Bce potrebbe esserci anche il Quirinale.

Tutto dipenderò da come lo stesso Draghi si comporterà al governo. "Se affronta con determinazione la crisi, spende bene i soldi del Recovery, crea le condizioni per una ripresa del pil e impedisce che l'occupazione vada a picco, diventa il candidato naturale al Colle".

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