Crocetta costretto a cedere: via l'auto blu ferma in garage

Il governatore siciliano era bersagliato dall'opposizione e dal web per l'Alfa inutilizzata a Bruxelles, dove non va mai. La Regione annuncia: l'abbiamo tolta e non sarà sostituita

Crocetta costretto a cedere: via l'auto blu ferma in garage

C'è da spostare una macchina, e alla fine l'hanno spostata. Dopo l'auto parcheggiata a scrocco al Senato dal sindaco di Roma Ignazio Marino (poi fatta rimuovere), l'auto blu parcheggiata a vuoto a Bruxelles dal presidente siciliano Rosario Crocetta. «In un anno a Bruxelles ci sarà andato due, massimo tre volte. E l'auto sta lì, a prendere la polvere». Nello Musumeci, deputato regionale siciliano e presidente della Commissione Antimafia, aveva fatto una scommessa con Crocetta: dimostratemi che la faraonica sede della Regione Sicilia nel cuore della capitale belga è utile, e smetto di chiederne la chiusura. Passato un anno, Musumeci alla fine si è convinto. Sì, ma della inutilità di quei 750 metri quadri in rue Belliard. Tanto più che lì dietro, in un garage, fino all'altro giorno, era parcheggiata un'Alfa Romeo 159, blindata, per Rosario Crocetta, presidente della Regione. Il quale, però, a Bruxelles sembra ci vada poco, o meno che poco (tre volte in due anni scrive LiveSicilia dopo aver compulsato il prospetto relativo ai viaggi istituzionali di Crocetta tra 2013 e 2014).

E dunque l'auto se ne stava ferma, ad attenderlo. «E non solo quella - racconta Musumeci -. Anche l'autista a Bruxelles, a disposizione del dipartimento e del presidente, è nullafacente». Un costo valutato in 80mila euro l'anno, per ciascuna delle cinque macchine ritenute indispensabili per la presidenza della Regione Sicilia: tre a casa, una a Roma e l'altra appunto a Bruxelles (l'ultimo bando ammonta a 1.440.000 euro più Iva, per quattro anni di noleggio, con precise caratteristiche delle auto richieste: «Cilindrata compresa tra i 2.900 e i 5mila cc, potenza non inferiore ai 300 cavalli, comandi al volante, sensori di parcheggio in retromarcia, interfono, climatizzatore, vetri laterali e lunotto oscurati...»).

Dopo il tiro incrociato dell'opposizione e del web, qualcosa si è mosso (l'auto, in questo caso). Dal dirigente generale della Funzione Pubblica della Regione Siciliana filtra la novità: «L'auto a Bruxelles non c'è più, l'Alfa è stata ritirata e la Regione non ne ha mandate altre». Per adesso, visto che non ci sono stati annunci ufficiali. C'è sempre tempo per mandarne un'altra a Bruxelles, magari nuova.

Restano, poi, tutte le altre auto blu per Crocetta, politico più scortato d'Europa. Ma è sotto tiro, ha ricevuto minacce dai clan, la protezione è opportuna. «Non metto in dubbio. Io però sono presidente dell'Antimafia ma in Sicilia mi sposto con la mia auto - spiega Musumeci -. Ricordo anche che quando ero deputato europeo, mi capitava di incontrare a Bruxelles un'altra personalità a rischio, il procuratore Giancarlo Caselli, che era superscortato in Italia, ma lì prendeva il taxi. Io stesso sono stato per sette anni sotto scorta in Italia. Ero stato condannato a morte dalla mafia nel '95. Ma quando sono diventato deputato europeo a Bruxelles o a Strasbugo o utilizzavo il taxi. Non voglio entrare nel merito delle misure di sicurezza adottate verso Crocetta, dico soltanto che opportunità politica avrebbe suggerito una soluzione diversa. Una intesa con l'ambasciata italiana Bruxelles, o col ministero interni belga, vista la sporadicità delle visite di Crocetta a Bruxelles. Serviva proprio un'auto blu ferma lì?».

Ma quella è un pezzettino.

Il resto è la sede della Regione Sicilia, rilanciata da Crocetta come un ufficio fondamentale per la Sicilia (costi di funzionamento di circa 1 milione di euro l'anno). Ma Crocetta è irremovibile. Sulla sede e sulle auto blu, a meno di martirio: «Se debbo crepare per fare il presidente della Regione a piedi, va bene... farò questo sacrificio».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica