L'ideologia woke vuole smontare il Natale, pezzo dopo pezzo. A Genova il presepe è sparito dal Comune, rimosso con un atto secco dall'amministrazione della sindaca Silvia Salis.
Come se la tradizione fosse un peso inutile. A Magliano, in Toscana, a scuola hanno riscritto la recita e "ripulito" Jingle Bells dal nome "Gesù". A Loreto il presepe della Santa Casa è andato di nuovo in frantumi sotto i colpi dei vandali. A Bruxelles, nella Grand Place, hanno oscurato i volti della Sacra Famiglia, un gesto che assomiglia molto a una resa culturale. A Chiuduno, in provincia di Bergamo, una scuola ha inoltrato una direttiva agli insegnanti: via il presepe, via i riferimenti religiosi nei canti di Natale, via pure la stella cometa. Non sono novità di quest'anno: è un prassi che si è innestata da un po'. Così come da anni non è raro imbattersi in presepi finalizzati alla promozione della causa Lgbtq o dell'accoglienza senza limiti dei migranti. È in questo clima che la Lega ha scelto di lanciare la sua campagna nazionale sul presepe, con le europarlamentari Anna Maria Cisint, Susanna Ceccardi e Silvia Sardone in prima linea. Manifesti nelle città, con presepi visibili sullo sfondo, rappresentazioni rivendicate, quasi ostinate. Non folklore ma una dichiarazione identitaria. È una risposta a chi smonta: rimettere al centro ciò che altri provano a nascondere. Perché se un Paese si vergogna della sua storia, della sua tradizione, cessa di essere un Paese. E lo stesso discorso vale per il continente europeo. Il messaggio è semplice: "Difendiamo le nostre tradizioni, buon Santo Natale". "Vogliono cancellare il Natale con una strategia ideologica che punta ad annullare i simboli delle nostre radici cristiane", dichiara Cisint. Le fa eco la Ceccardi: "Difendere le nostre tradizioni significa difendere ciò che siamo, mentre burocrati e élite globaliste provano a cancellare la nostra identità". La Sardone rivendica con orgoglio la specificità del Carroccio in questa fase storica: "La Lega è l'unico partito che si oppone all'islamizzazione del continente e alla censura dei nostri simboli". L'avversario individuato è l'ideologia woke. Il filo che muove i suoi sostenitori è la smania di togliere spessore alle radici fino a ridurle a un ricordo pallido. E il partito guidato dal vicepremier Matteo Salvini non è disposto ad assistere al fenomeno senza replicare. A Napoli l'amministrazione del sindaco Gaetano Manfredi opta per "Altri Natali", per soffermarsi su accoglienza, inclusione e coesione sociale. Con buona pace di chi pretende che "Natale" significhi soprattutto celebrare la nascita di Gesù. "Non ci piegheremo mai a questa deriva ideologica: chi cancella la nostra storia ci porta a un futuro di sottomissione", incalza la Sardone.
L'ex sindaco di Monfalcone, invece, si sofferma anche sui gruppi pro Pal, che assieme alla sinistra sarebbero esecutori e mandanti di questa strategia culturale. Ceccardi, infine, tira in ballo i "burocrati europei". Il presepe non impone nulla e non divide. Racconta soltanto chi siamo. Ma questo racconto, ogni anno, ha qualche nemico in più.