
Una vicenda terribile, un incendio con tre persone decedute e l'intero stabile di sei piani dichiarato inagibile, ventisei famiglie evacuate e che almeno stanotte sono state ospitate da parenti o hanno trovato riparo in una struttura ricettiva del comune, l'appartamento da dove sono partite le fiamme completamente distrutto e finito sotto sequestro. È successo ieri all'alba in un'abitazione di Cornaredo, comune con oltre 20mila abitanti pochi chilometri a nord ovest dal centro di Milano. Un dramma ancora più spaventoso se si pensa che il rogo è doloso e ad appiccarlo per farla finita, secondo quanto sembra progressivamente emergere dalle indagini, sarebbe stata una delle tre vittime, il figlio 55enne, che già in passato pare avesse tentato il suicidio e che con questo gesto ieri purtroppo ha trascinato nel proprio destino di morte anche i genitori ultraottantenni. Almeno così sembrano pensarla gli inquirenti, i vigili del fuoco di Milano e i carabinieri della compagnia di Corsico che - coordinati dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano - e all'inizio convinti che si trattasse di un fatto accidentale, ora sono concentrati sull'ipotesi che il rogo sia stato provocato volontariamente visto che, tra l'altro, avrebbe avuto origine proprio dal letto dove dormiva il 55enne. I rilievi effettuati nell'appartamento hanno evidenziato infatti nella camera da letto del figlio il probabile utilizzo di un accelerante anche se non è ancora chiaro se si sia trattato di benzina o alcol.
Le fiamme nel palazzo di via Cairoli 5 sono divampate a partire dalle 4.30 partendo da una delle abitazioni al primo piano dove abitavano appunto una coppia di anziani di 88 e 82 anni, Benito Laria, ex conducente di autobus in pensione, novarese di Tornaco e la moglie Carmela Greco, siciliana di Augusta (Sr), insieme al figlio 55enne Carlo che formalmente risulta residente a Milano, nel quartiere Lorenteggio, ma di fatto abitava con la madre e il padre. La coppia aveva altri due figli, un maschio e una femmina, che però risiedono altrove.
Sarebbe stato proprio il signor Benito, l'anziano padre che ieri all'alba si è svegliato ed è corso in camera del figlio dove, aprendo la porta, ha notato Carlo ormai avvolto dalle fiamme. A quel punto il pensionato è uscito in tutta fretta sul pianerottolo per cercare aiuto, chiedendo a gran voce ai vicini di chiamare i soccorsi. "Mio figlio sta bruciando!", ha gridato l'uomo prima di fare rientro in casa per un coraggioso quanto inutile tentativo di salvare una vita umana. Come racconta una testimone, infatti, l'86enne è infatti nuovamente entrato nell'appartamento divorato da fumo e fuoco per provare a portare in salvo la moglie, bloccata nella loro camera da letto perché sofferente di disturbi di deambulazione. A quel punto, però, per entrambi non c'è stato più scampo.
I vigili del fuoco intervenuti in forze e i carabinieri al loro arrivo hanno fatto uscire tutti i residenti dallo stabile, almeno una sessantina di persone, ma quando sono riusciti a entrare nell'appartamento della famiglia Lari era raso al suolo perché le fiamme avevano già divorato tutto.
Diciannove tra gli inquilini del palazzo sono stati visitati sul posto dai soccorritori di Areu (Agenzia regionale emergenza urgenza): per otto di queste persone si è reso necessario il trasporto in ospedale. Tre vigili del fuoco sono invece rimasti feriti durante l'intervento: uno di loro è stato accompagnato in ospedale a scopo precauzionale, ma l'hanno dimesso poco dopo.
Saranno comunque le indagini dei carabinieri e le relazioni dei pompieri a stabilire quale sia stata in maniera definitiva l'origine del
rogo e le fasi successive. Il pubblico ministero ha delegato il Nucleo Investigativo Antincendi della Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco Lombardia ad avviare tutti gli accertamenti più specifici per vederci chiaro.