
La Casa Bianca sta valutando di inviare all'Ucraina un altro sistema di difesa aerea Patriot, dopo che Donald Trump ha promesso nei giorni scorsi di rafforzare il cieli di Kiev contro gli attacchi russi. Il presidente però nicchia, e afferma: "Hanno chiesto un sistema di difesa Patriot. Valuteremo, è molto costoso". La mossa - rivelata da due funzionari al Wall Street Journal - segnerebbe la prima volta che il comandante in capo approva la fornitura di armi importanti per l'esercito di Volodymyr Zelensky oltre a quelle autorizzate dall'amministrazione di Joe Biden. Secondo una delle fonti, Pennsylvania Avenue ha chiesto al Pentagono di valutare le opzioni per l'invio all'Ucraina di ulteriori armi, tra cui un sistema Patriot, ma si cerca anche di capire se altri Paesi possano fornire i missili terra-aria a Kiev. Il sito Axios, invece, riferisce che il tycoon durante una recente telefonata con Zelensky si è impegnato a trasferire immediatamente al suo Paese 10 missili intercettori per il sistema di difesa aerea: sebbene il numero sia inferiore a quanto inizialmente previsto prima della sospensione temporanea delle consegne di armi statunitensi (l'elenco originale ne includeva 30), si tratterebbe di un passo significativo per il sostegno di Washington a Kiev.
"Vogliamo dare armi" all'Ucraina perché "Vladimir Putin non sta trattando bene gli esseri umani, sta uccidendo troppe persone", ha sottolineato nei giorni scorsi The Donald, ribadendo la sua frustrazione verso lo Zar per la prosecuzione della sua offensiva. Ed entrambi i leader repubblicani del Congresso hanno detto ieri di essere pronti ad adottare nuove sanzioni contro la Russia questo mese. zPutin ha dimostrato di non essere disposto a essere ragionevole e a parlare seriamente di mediazione per la pace, credo che dobbiamo mandargli un messaggio", ha suggerito lo speaker della Camera Mike Johnson.
Intanto l'inviato speciale del presidente per l'Ucraina, il generale Keith Kellogg, che guida la delegazione statunitense alla Conferenza sulla ricostruzione a Roma, secondo quanto si apprende parteciperà anche, insieme alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a Zelensky e agli altri leader presenti nella capitale, alla riunione della Coalizione dei Volenterosi che si terrà oggi. Si tratta, viene sottolineato, della prima volta che gli Usa prendono parte al formato della Coalizione dei Volenterosi, in linea con quanto sin dall'inizio della creazione del gruppo è stato fortemente auspicato dall'Italia. Ieri, nel frattempo, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha sottolineato che "la guerra infuria ancora. La minaccia russa permane. Questa è la realtà che dobbiamo sempre tenere a mente quando parliamo di difesa. Non possiamo contare su altri per proteggere l'Europa, è una nostra responsabilità". Mentre il cancelliere tedesco Friedrich Merz, parlando al Bundestag, ha assicurato di voler "aumentare la pressione sulla Russia, per fare in modo che torni al tavolo dei negoziati. Dobbiamo rafforzare insieme la difesa aerea ucraina, e la Germania continuerà a dare un contributo sostanziale".
Il ministro francese dell'Esercito Sébastien Lecornu, da parte sua, ha affermato che la smilitarizzazione dell'Ucraina, una delle condizioni pretese da Mosca per porre fine all'invasione, rappresenta una "linea rossa assoluta", qualcosa di totalmente inaccettabile per gli europei. "Bisogna essere coerenti - ha aggiunto - Non possiamo rifiutare che l'Ucraina entri nella Nato e al tempo stesso accettare che non abbia un esercito. Gli ucraini devono poter garantire la propria sicurezza".