Dai 5s alla sinistra radical il silenzio dei "no riarmo"

Nessuna parola da Pd, Conte e Avs. I centri sociali pronti per le proteste

Dai 5s alla sinistra radical il silenzio dei "no riarmo"
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L'esercito Italiano ha festeggiato il suo 164esimo anniversario: una ricorrenza importante per il corpo della Difesa che conta oltre 90mila effettivi in servizio. I nostri militari sono un elemento chiave per la tutela della sicurezza nazionale, ma non solo, e oggi tutti ne esaltano il valore, come ha sottolineato anche il ministro Guido Crosetto, ma quando c'è da aumentare le spese della Difesa, gli stessi salgono sulle barricate.

Anche se, a dire il vero, quel che fa rumore oggi è l'assenza di voci. Dai partiti di opposizione davvero pochi esponenti hanno voluto dedicare un messaggio al corpo militare dello Stato. Tra le uniche voci si è alzata quella di Piero Fassino, esponente storico del Partito democratico, che non ha però dedicato un messaggio all'esercito Italiano ma alle forze armate in generale, che «offrono un contributo prezioso alle missioni internazionali di pace dell'ONU e dell'UE, in coerenza con l'art. 11 della Costituzione che, rifiutando la guerra come soluzione dei conflitti, impegna l'Italia a concorrere alla azione della comunità internazionale per fermare chi ricorre alla guerra».

Le sue parole sembrano un compromesso tra il silenzio di Elly Schlein e un vero messaggio di supporto per l'esercito. Ma la segretaria del Pd non è certo l'unica leader a essersi eclissata in questa occasione. Non hanno parlato il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, e nemmeno il duo Nicola Fratoianni-Angelo Bonelli, leader di Avs. Nessuno dei loro onorevoli ha rilasciato dichiarazioni: silenzio assoluto, probabilmente per ordini di scuderia.

Forse hanno preferito tacere e non onorare gli uomini e le donne che quotidianamente garantiscono la sicurezza dell'Italia, quindi anche la loro, per non confondere i propri elettori dopo aver osteggiato l'aumento delle spese militari per la Difesa. Anche il silenzio di Schlein potrebbe rientrare in questo contesto, viste le divisioni interne, vere e proprie fatture sul tema delle spese per la Difesa. E non è da escludere che abbiano voluto strizzare l'occhio ai movimenti estremisti extraparlamentari rossi, che fanno della contestazione all'incremento delle voci di spesa della Difesa uno dei loro cavalli di battaglia, perché lo considerano uno «spreco di risorse» e «un atto irresponsabile».

Parole che suonano drammaticamente simili a quelle della sinistra parlamentare, che cerca in tutti i modi di conquistare la fetta di elettorato, per lo più giovanile, proveniente da centri sociali, Osa e Cambiare Rotta. Per racimolare qualche voto in più, che alla fine nemmeno avranno, hanno preferito il silenzio.

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