Dazi, Sefcovic deluso dopo il viaggio in Usa. Trump vuole tariffe al 15-20% per la Ue

Il tycoon respinge la proposta sulle auto della Commissione Giorgetti al G7: "Preoccupano gli effetti del dollaro debole"

Dazi, Sefcovic deluso dopo il viaggio in Usa. Trump vuole tariffe al 15-20% per la Ue
00:00 00:00

Il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, ieri ha aggiornato gli ambasciatori della Ue. Ma per ora, di novità concrete sul negoziato non sembrano essercene. Anzi, secondo il Financial Times, Sefcovic nella riunione di ieri avrebbe fornito una valutazione negativa dei suoi recenti colloqui commerciali a Washington. Sempre secondo l''FT, la Ue ha deciso di proporre agli Usa una riduzione reciproca delle tariffe sulle automobili abbandonando, però, l'idea di un complesso "meccanismo di compensazione" per consentire ai produttori di bilanciare le tariffe sulle importazioni, se esportano anche dagli Usa, inizialmente suggerito dai costruttori tedeschi. Nelle intenzioni dei negoziatori europei, il blocco eliminerebbe i dazi del 10% sulle auto statunitensi se Donald Trump riducesse le proprie tariffe sul settore automobilistico al di sotto del 20 per cento. Altre fonti hanno però riferito al quotidiano della City che Trump preme per dazi minimi al 15-20% per tutti i beni europei. Il presidente americano avrebbe irrigidito la sua posizione e non si sarebbe fatto sedurre neanche dall'ultima offerta della Ue di ridurre le tariffe sulle auto.

Di ufficiale non c'è nulla, a parte le dichiarazioni del portavoce della Commissione Ue Olof Gill, che nel pomeriggio ha sottolineato come "l'ultimo miglio" sia sempre il più impegnativo "e solo sforzi concertati e autentici da entrambe le parti potranno portarci al traguardo". Insomma, il braccio di ferro va avanti ad oltranza fino all'ultimo minuto prima della scadenza dell'1 agosto. Che, qualcuno ipotizza, potrebbe addirittura slittare. Vedremo.

Nel frattempo, nel suo intervento di ieri mattina al G7 di Durban, in Sudafrica, il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha richiamato l'attenzione sulle conseguenze economiche provocate dalla svalutazione del biglietto verde: "L'indebolimento del tasso di cambio del dollaro Usa - ha detto - si sta cumulando all'effetto dell'aumento dei dazi commerciali". Per il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, l'ipotesi di un'asticella fissata per i dazi al 15% è ancora "una tariffa alta" ma "bisogna vedere come si conclude perché dire il 15%, flat, cioè uguale per tutti i settori, allora si può discutere. Anche il 10% sarebbe perfetto, ma se poi ti danno il 70% sul farmaceutico allora non va bene. Bisognerà vedere settore per settore".

Dalla Germania, si leva la voce del cancelliere Friedrich Merz che a Berlino nella conferenza stampa estiva ha definito "irrealistico credere che sui dazi finiremo con un risultato di 0-0". Poi ha aggiunto: "Per il governo americano questo deficit commerciale riguarda le merci, non i servizi. Se il settore dei servizi fosse incluso, la bilancia commerciale tra America ed Europa sarebbe molto diversa. Quindi dobbiamo essere preparati al fatto che abbiamo un accordo doganale asimmetrico, ma ancora una volta alle aliquote più basse possibili da entrambe le parti".

Il tono più assertivo resta quello di Parigi che invece chiede di sfoderare il bazooka europeo dello

strumento anti-coercizione davanti a dazi "inaccettabili". Ma dopo l'irridigidimento della Casa Bianca sulle richieste per il settore automotive, adesso l'uso dello strumento anticoercizione non è escluso anche dalla Germania.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica