Dazi, la Ue sta lavorando alle alternative. Giovedì l'incontro con i vertici cinesi

Bessent: "Meglio un accordo di qualità, senza affrettarsi"

Dazi, la Ue sta lavorando alle alternative. Giovedì l'incontro con i vertici cinesi
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Meno dieci. Inizia il conto alla rovescia per la scadenza del 1 agosto. Le trattative proseguono ma per ora sono accompagnate da molte parole e pochi fatti. Il raggiungimento di accordi commerciali "completi e di qualità è più importante che il rispetto della scadenza del primo agosto", ha detto il segretario al Tesoro Scott Bessent (in foto) in un'intervista a Cnbc. Sottolineando che "affrettarsi non è un'opzione". Dall'altra parte dell'Atlantico, in Germania, il cancelliere tedesco Friedrich Merz "non ritiene adeguato" che vi siano contromisure sui dazi degli Usa prima del 1 agosto. Per il Kanzler sarà importante usare tutto il tempo a disposizione. Le trattative sono andate avanti anche nel fine settimana e il tema sarà certamente trattato anche nell'incontro con il presidente francese Emmanuel Macron atteso domani a Berlino. Venerdì scorso, il cancelliere tedesco aveva segnalato la sua disponibilità a sostenere l'Ue utilizzando il cosiddetto strumento anticoercizione, che consente all'Unione di contrastare le pressioni economiche con una serie di restrizioni al commercio e agli investimenti. Ma è stato creato per le emergenze e i funzionari della Ue lo considerano come l'ultima spiaggia.

Mentre continua a negoziare con Trump, l'Unione europea sta cercando di diversificare gli accordi commerciali. Lo scorso 13 luglio Ursula von der Leyen ha siglato un accordo politico con il presidente indonesiano per promuovere l'accordo di libero scambio. Oggi la stessa von der Leyen insieme al presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, saranno in Giappone dove domani, con l'Alta rappresentante Kaja Kallas, incontreranno il premier Shigeru Ishiba. Ma l'appuntamento più importante è fissato in agenda per giovedì 24 luglio a Pechino per il 25esimo vertice Ue-Cina, che coincide con il 50esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra le due sponde eurasiatiche. I vertici Ue incontreranno il presidente Xi Jinping e il premier Li Qiang, per un confronto ad ampio raggio su relazioni bilaterali, equilibrio commerciale e sfide globali condivise. La strategia di Bruxelles è chiara: compensare l'aumento dei dazi Usa stringendo accordi commerciali anche con i paesi del Far East attraverso politiche di diversificazione. Non è un caso se Giorgia Meloni sarà agli inizi di settembre in Asia per un lungo tour tra Bangladesh, Vietnam, Corea, Singapore, Giappone.

Nel frattempo, il Centro Studi Confindustria ha pubblicato le stime sull'impatto netto sul Pil dei dazi: con tariffe al 30% su tutti i prodotti e cambio euro-dollaro sui livelli attuali, l'export italiano di beni negli Usa si ridurrebbe di circa 38 miliardi, pari al 58% delle vendite negli Usa, al 6% dell'export totale e, considerando le connessioni indirette, al 4% della produzione manifatturiera. Le vendite di beni nel resto del mondo aumenterebbero di circa 13 miliardi cumulati nel 2027, compensando parte delle perdite nel mercato Usa.

L'export totale di beni si ridurrebbe, comunque, del 4% e gli investimenti in macchinari e impianti dell'1%, rispetto a uno scenario base senza dazi. Nel complesso, il livello del Pil italiano nel 2027 sarebbe minore dello 0,8% rispetto al sentiero baseline.

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