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La Dc muore, anzi no: e Rotondi la trasforma in una fondazione

Dopo le dimissioni del presidente Gianfranco Rotondi, venerdì sera l'ufficio di segreteria della Democrazia Cristiana ha deliberato la sua trasformazione in fondazione, cedendole nome e simbolo. A guidarla il tandem Rotondi-Buttiglione

La Dc muore, anzi no: e Rotondi la trasforma in una fondazione

Da partito a movimento politico federato con Forza Italia, fino a trasformarsi in una fondazione. È il destino della Democrazia Cristiana, o meglio di ciò che rimane del partito che ha retto le sorti dell'Italia nel periodo della prima repubblica. L'ufficio stampa della Dc ha annunciato la svolta deliberata nella notte di venerdì a Giulianova dall'Ufficio di Segreteria che, formalmente, doveva eleggere il successore di Gianfranco Rotondi, fondatore e presidente del partito dimessosi la scorsa settimana. "In realtà - si legge nella nota - l'Ufficio di Segreteria ha ratificato una decisione già assunta e formalizzata nei giorni precedenti, con tanto di atti sottoscritti dal notaio. La Dc - prosegue il comunicato - sospende le attività come partito e cede il nome e il simbolo a una fondazione".

All'atto notarile ha partecipato anche Rocco Buttiglione, ultimo segretario del Ppi e depositario dello scudo crociato. Nella nota, si legge che "Buttiglione e Rotondi hanno sciolto le sigle postdemocristiane - Dc e Cdu - riunendo il nome e il simbolo della Dc sotto l'egida di una delle fondazioni democristiane, specificamente la fondazione" intitolata a Fiorentino Sullo, leader storico della "balena bianca" e maestro - tra gli altri - di Ciriaco De Mita, Gerardo Bianco, Nicola Mancino, Salverino De Vito e Ortensio Zecchino, tutti ex ministri Dc, il primo dei quali fresco di rielezione a sindaco di Nusco (Avellino). Della nuova fondazione saranno co-presidenti Rotondi e Buttiglione, "in un tandem che si ripropone dopo anni di diaspora democristiana. La fondazione farà cultura, formazione ed eventi", lavorando al tempo stesso alla costruzione di un nuovo soggetto politico di centro.

A confermarlo proprio Gianfranco Rotondi che dopo le elezioni europee, pur confermando fedeltà e fiducia a Forza Italia e al suo leader Silvio Berlusconi, aveva comunicato al Cavaliere di essere indisponibile a un'ipotesi di nuove maggioranze con Salvini, "a meno che il capo del Carroccio non faccia un passo indietro rispetto alla sua velenosa polemica contro le autorità ecclesiastiche e segnatamente contro il pontefice". Posizione che lo stesso Rotondi ha confermato sabato mattina a Pescara nella conferenza stampa di presentazione della nuova fondazione. "Da Panebianco ai tassinari romani, lo dicono tutti: c'è spazio al Centro, mai come adesso. I populismi si battono solo mobilitando l'elettorato cattolico e centrista, niente affatto sparito, semmai rifugiato nell'astensione", ha dichiarato l'ex segretario e fondatore della Democrazia Cristiana per le Autonomie, che ha spiegato come "il Centro non possa rinascere alleato con Salvini, che del populismo è la massima espressione. Né ha spazio un Centro alleato o peggio ancora partorito dal Pd. Esso ripeterebbe la parabola perdente dei tanti partiti di centro satelliti della sinistra.

Serve un vero partito di Centro, può essere Forza Italia o una forza completamente nuova".

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