Lo spettro del congresso, alta tensione nel Pd: un'altra tegola per Letta

Se il ddl Zan venisse approvato e se Roberto Gualtieri vincesse le Comunali a Roma, Enrico Letta potrebbe pensare di anticipare il Congresso del Pd che dovrebbe tenersi nell'autunno del 2022

Lo spettro del congresso, alta tensione nel Pd: un'altra tegola per Letta

In casa Pd tira aria di Congresso. L'assemblea nazionale del partito, tenutasi venerdì sera da remoto, ha approvato a larghissima maggioranza la modifica dello Statuto che stabilisce la data del prossimo Congresso: autunno 2022.

Andiamo con ordine. Venerdì è votato su un cavillo procedurale (l'articolo 8 dello Statuto) che prevede che “il presidente dell'Assemblea nazionale indice l'elezione dell'assemblea e del segretario nazionale sei mesi prima della scadenza del mandato del segretario in carica”. In sintesi, il congresso del Pd dovrà tenersi sei mesi prima della fine del mandato di Enrico Letta. Ciò significa che, qualora la legislatura non si concluda prematuramente, il nuovo segretario del Pd sarà eletto prima delle Politiche e sarà, quindi, lui a decidere le candidature per il 2023. Autorevoli fonti dem dell'Agi, però, spiegano che "indire il congresso non significa che questo viene celebrato sei mesi prima". Il segretario, infatti, potrebbe anche decidere di celebrare il congresso 20 giorni prima la scadenza del mandato, e indire per quella data l'inizio della fase congressuale. Insomma, stando a quanto rivela un componente della direzione del Pd "il congresso si farà dopo le politiche". Alla base di tutto"c'è la preoccupazione di chi non vuole che a fare le liste elettorali sia il segretario in carica, evidentemente perchè teme di essere escluso da quelle stesse liste"

Ed è in questo contesto che si inseriscono le fibrillazioni interne che ruotano intorno alla partita per il Quirinale. Le parole di Goffredo Bettini, a tal proposito, smentiscono di fatto la linea del segretario che, ufficialmente, vorrebbe proseguire l'esperienza di governo di Mario Draghi fino alla scadenza naturale della legislatura. In realtà, secondo fonti dell'Adnkronos, ci sarebbe grande fermento soprattutto dentro la corrente minoritaria di Base Riformista secondo cui saranno cruciali “l'esito del Ddl Zan che riprenderà la sua difficile navigazione in Senato la prossima settimana e soprattutto l'esito delle elezioni amministrative a Roma", si fa notare. "Una vittoria inequivocabile di Gualtieri, nel regno di Bettini - rivelano le fonti dell'Adnkronos - potrebbe convincere definitivamente il segretario, che ci sono le condizioni per sfidare le destre nelle elezioni anticipate, evitando così un congresso che potrebbe essere incertissimo". Ufficialmente il coordinatore di Base Riformista, Alessandro Alfieri, ha chiarito: "Ma quale congresso?! È perfino banale doverlo ripetere. Ogni cosa ha il suo tempo. E noi ora tutti concentrati a sostenere i candidati del Pd alle elezioni comunali e a fare il meglio possibile per sostenere il governo".

Eppure, come rivelato da alcune autorevoli fonti anche a ilGiornale.it solo pochi giorni fa, sembra che la lotta intestina per far fuori Letta sia appena iniziata. “Ad aspettare sulla riva del fiume" ci sarebbe il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, indicato dagli ex renziani come "il candidato perfetto per rimandare Enrico Letta a Parigi”.

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