De Luca campione di "transformismo" sale sul carro arcobaleno della leader Pd

Il governatore della Campania si allinea alle posizioni della segreteria. E rinnega il passato ironico contro Zan

De Luca campione di "transformismo" sale sul carro arcobaleno della leader Pd
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Trucco e parrucca arcobaleno. Vincenzo De Luca sale sul carro Lgbtq di Elly Schlein e rinnega anni e anni di battute su gay e posizioni critiche sulla legge Zan contro l'omotransfobia. L'abbraccio tra il popolo transgender e De Luca si celebra a Napoli, in piazza Municipio, nel caldissimo pomeriggio di ieri. Il presidente della Campania arriva intorno alle 17 al corteo e resta con gli attivisti circa un'ora. Sembra di ascoltare Zan: «Dobbiamo acquisire come conquista il diritto di ogni essere umano di organizzare la propria vita secondo i propri valori e i propri sentimenti. Offendere in un consultorio una donna che deve fare un'interruzione di gravidanza è un atto di violenza intollerabile» dice De Luca. È la prima volta che lo sceriffo salernitano aderisce con la propria presenza al corte del gay Pride. «Una svolta inaspettata», commentano velenosi alcuni esponenti dem della Campania. Soprattutto se si pensa che solo qualche anno fa, De Luca così si esprimeva sul Ddl Zan: «Ma voi veramente pensate che sia ragionevole che alle elementari facciamo una giornata di riflessione sull'omotransfobia? Ma andate al diavolo». Oppure, quando il Pd si schierava contro l'abolizione dell'abuso d'ufficio, De Luca non usa giri di parole: «Quella trasformista del Pd difende gay e trans e non chi ha avuto la vita rovinata dai giudici?».

I tempi cambiano anche per il duro e vulcanico presidente della Regione Campania. Cosa non si fa per restare in sella Perché questa inversione? De Luca gioca un'altra partita. Che c'entra poco, o nulla, con i diritti delle comunità Lgbtq. Vuole «sopravvivere» nel Pd di Schlein. Dopo l'iniziale braccio di ferro (perso) contro la segretaria, il governatore si sta riposizionando sui temi cari a Schlein, per tentare un riavvicinamento. Alle Europee le truppe deluchiane hanno lanciato un primo segnale di amore per Elly: «Ti votiamo Lucia Annunziata (capolista scelta dalla segretaria)». E poi il sostegno a due battaglie politiche: diritti e autonomia. De Luca punta a una tregua con il nuovo gruppo dirigente dem che in Campania ha in Marco Sarracino il suo riferimento. La prova di forza sul terzo mandato è destinata a fallire. Oggi la leadership di Schlein non sembra in pericolo. De Luca deve concordare un exit strategy «onorevole». Nel 2025 termina il suo secondo mandato alla guida della Regione Campania.

Cosa farà lo sceriffo? Un ritorno a Salerno da sindaco? Un incarico in Europa? Si pensa anche alla Fondazione Pd, dove Zingaretti potrebbe dimettersi nei prossimi mesi. De Luca cerca di restare a galla con l'ennesima capriola. Lui è un esperto. In pochi mesi passò da Bersani a Renzi. E poi da Zingaretti a Letta. Non teme cambi di leader.

C'è poi il dossier De Luca jr. Il figlio Piero, giovanissimo, è già al secondo mandato in Parlamento. Per il terzo ha bisogno di una deroga. Che può concedere solo Schlein.

Per averla non può fare altro che salire sul carro della segretaria.

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