Dell'Utri malato, spiragli sulla scarcerazione

Oggi il tribunale decide sulla perizia medica per l'ex senatore recluso in condizioni critiche

Dell'Utri malato, spiragli sulla scarcerazione

Due segnali in pochi giorni. Prima l'accelerazione del tribunale di sorveglianza che ha anticipato al 13 luglio l'udienza fissata originariamente per il 21 settembre. Poi, in aula, il secondo colpo di scena: la Procura generale prende posizione e si dice favorevole alla perizia per stabilire la gravità della cardiopatia di cui soffre Marcello Dell'Utri.

Sì, anche se è prematuro trarre conclusioni, l'impressione è che almeno su questo versante il clima stia cambiando: nessuno liquida più come una seccatura le patologie che hanno colpito l'ex senatore. E la battaglia per tirarlo fuori dal carcere di Rebibbia, dove sta scontando una condanna definitiva a 7 anni per concorso esterno, fa un altro passo in avanti.

Nelle scorse settimane si era pronunciata in modo netto anche la direzione di Rebibbia: le condizioni dell'ex parlamentare non sono buone e la relazione che arriva dal penitenziario della capitale sposa la tesi dell'incompatibilità con la detenzione. La stessa sostenuta da mesi dagli avvocati del fondatore di Publitalia. Dell'Utri ha superato la linea dei 75 anni, è stato in fin di vita, aggredito da una insidiosissima infezione, cerca di tenere sotto controllo il diabete.

Ma il suo tallone d'Achille sono le coronarie: nel tempo, con successive operazioni, gli sono stati applicati quattro stent che però non hanno risolto i problemi. L'anno scorso il perito incaricato dal tribunale di sorveglianza dichiarò Dell'Utri compatibile con il carcere e per superare le possibili obiezioni si basò sul referto cartaceo della coronarografia eseguita al Sandro Pertini il 25 maggio 2016. Lì è scritto che la cardiopatia è di media entità, ma questo dato, secondo gli esperti scelti dalla famiglia dell'ex senatore, sarebbe smentito dalle immagini dell'esame: basterebbe la visione del cd per comprendere la gravità del male. Ci sarebbe stato, insomma, un malinteso cui ora si dovrebbe porre rimedio.

«Fra oggi e domani - spiega il penalista Alessandro De Federicis - dovremmo avere la decisione del tribunale di sorveglianza che potrebbe nominare uno o due periti per valutare se Dell'Utri possa sostenere ancora la detenzione in carcere o debba invece essere trasferito a casa e lì scontare il resto della pena». Ancora quattro anni che potrebbero diminuire per gli sconti previsti dalla legge in caso di buona condotta.

Contemporaneamente si prepara il nuovo ricorso alla corte d'appello di Palermo per ottenere la revoca della condanna che potrebbe essere cancellata, esattamente come è

successo per Bruno Contrada. I due infatti erano stati giudicati colpevoli per un reato, appunto il concorso esterno, che prima del '94 non era codificato, dunque né chiaro né prevedibile. E i fatti contestati si fermano al '92.

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